La priorità di Caviro riguarda la sostenibilità, vanto del gruppo cooperativo da 362 milioni di ricavi nell’esercizio fiscale 2019/20 che ha appena conquistato il premio Impresa Ambiente, ma da Forlì, sede operativa della società (quella legale è sempre in Romagna, ma a Faenza), non si escludono possibili ingressi in nuove regioni d’Italia. A oggi, Caviro può vantare “il più grande vigneto d’Italia” con 36mila ettari gestiti dai soci in sette regioni (Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia) con 27 cantine impegnate nella vinificazione. Tra queste, compaiono realtà di fascia premium come ad esempio Gerardo Cesari in Valpolicella, da qualche tempo al centro di rumors legati a una possibile cessione che il dg SimonPietro Felice non esclude a priori, precisando però che: “Il nostro obiettivo è vincere lo scudetto, e se per vincerlo dovremo andare in campagna acquisti vendendo un giocatore per comprarne un altro e rafforzarci, lo faremo. Tuttavia, è molto più probabile che in futuro, anziché cedere, compreremo qualcosa”. Fermo restando che: “La nostra mission è valorizzare il prodotto dei soci conferitori, massimizzando il loro reddito. Se poi la vendita di Cesari o un’eventuale acquisizione dovessero essere scelte funzionali a questo scopo, lo faremo. Posso solo dire che ci arrivano diverse proposte e molti sono interessati ad acquisire ‘queste chicche’. Ma ripeto: è più probabile che acquisiremo, anziché cedere”.
Dove porrà le proprie attenzioni il gruppo presieduto da Carlo Dalmonte, in caso di espansione? Al momento, il focus resta la parte più orientale della penisola, e lo stesso direttore marketing Benedetto Marescotti afferma che “probabilmente faremo qualcos’altro lungo la dorsale adriatica”, non necessariamente attraverso acquisizioni. Del resto, i marchi regionali in serbatoio non mancano e la loro valorizzazione è in cima all’agenda di Caviro, a cominciare dal brand più popolare e diffuso che è Tavernello. Peraltro, dal 2020, il celebre vino in brick, ma che nella maggior parte dei Paesi esteri esce solo in bottiglia, può vantare l’indicazione dell’annata di produzione, tanto che qualcuno ha iniziato a parlare di Tavernello “millesimato”. Di fatto, il cambiamento è solo formale perché Caviro ha semplicemente tolto la data di scadenza sostituendola con l’anno di produzione. Ben più rilevante, nella visione della società, è aver indicato sui nuovi brick le informazioni legate all’economia circolare e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica. “Sono politiche che facciamo da sempre, recuperando gli scarti della produzione e ottenendo energie rinnovabili. Non siamo a somma zero energetica, perché arriviamo ben oltre e restituiamo qualcosa all’ambiente”, sostiene il dg SimonPietro Felice.
L’attività di Caviro in ambito sostenibilità viene svolta tramite Caviro Extra, società che si occupa di recupero dei sottoprodotti derivati dalla filiera vitivinicola e agroalimentare e trasformati in prodotti nobili per l’alimentare, il farmaceutico e l’agricoltura e in biometano. Inoltre, è leader di mercato nella produzione di alcool in Italia e co-leader mondiale nell’acido tartarico naturale. Attraverso la compartecipata Enomondo, viene trasformato quanto rimane in energia da fonti rinnovabili.
L’altro marchio diventato oggetto delle maggiori attenzioni di Caviro è Cantine Leonardo da Vinci, soprattutto per l’estero, in virtù del suo appeal e della scelta di reintepretare in chiave contemporanea il metodo di vinificazione elaborato dal “Genio” di Vinci. “In ambito export abbiamo ampi margini di crescita, partendo da una quota tutto sommato contenuta: si parla di 72 milioni su un totale di 362. Inoltre, Tavernello è presente con forza in soli tre Paesi: Germania, Usa e Giappone. Con Cantine Leonardo da Vinci, poi, siamo soltanto all’inizio”, afferma Felice. Le attenzioni verso il mercato interno restano però inalterate, perché il dg di Caviro è convinto che: “Se all’estero vogliamo portare l’autenticità italiana, dobbiamo essere forti e presenti in Italia”.
Intanto Caviro festeggia la conquista del premio Impresa Ambiente 2020 nella categoria “Migliore gestione per lo sviluppo sostenibile per media o grande impresa”, destinato alle imprese che, nella gestione della propria attività, hanno dato un contributo innovativo in termini di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale. La vittoria è legata alla presentazione del progetto “Dalla vite alla biocarburazione avanzata, con Caviro è possibile”.