Un nuova referenza alto di gamma per proseguire un piano pluriennale fatto di crescita, qualità ed espansione, anche extra vinicola. Così Castello di Meleto, realtà di Gaiole in Chianti che affonda le proprie radici nell’XI secolo, ha presentato Parabuio, un Toscana Rosso Igt ottenuto da Merlot in purezza, il cui compito, grazie alle 3.300 bottiglie prodotte, sarà quello di sfidare la concorrenza in una categoria, quella che parte da 200 euro (in enoteca), non ancora presidiata.
Passo che rappresenta l’inevitabile prosieguo di un percorso nato nel 1968 con l’Operazione Vigneti, primo crowdfunding italiano nel mondo del vino grazie all’intuizione di Gianni Mazzocchi (editore di Quattroruote) e che, seguendo i ritmi necessari per una crescita coerente, ha portato l’azienda agricola a rinunciare alla vendita del vino sfuso, alla scelta della via biologica e a espandere i propri interessi anche nell’hospitality, nella produzione di olio di oliva, nell’allevamento di Cinta senese e, soprattutto e a partire dal 2020, di api: 50 arnie per un totale di oltre 600mila esemplari/anno.
Tornando alla vigna, Castello di Meleto, ha spiegato il direttore commerciale Michele Contartese, “può contare su una produzione attuale di 142 ettari di vigneto, ai quali se ne aggiungeranno presto altri trenta ora in fase di lavorazione”. Il risultato, ha continuato il manager, “sono circa 700mila bottiglie prodotte, 400mila delle quali di Chianti classico, per un fatturato, chiuso a fine giugno 2021, di oltre 2,6 milioni di euro ai quali si devono aggiungere altri 680mila euro provenienti dall’agriturismo”.
Numeri che in realtà soffrono, soprattutto per la parte ricettiva, delle influenze pandemiche. Tuttavia, come ha sottolineato lo stesso Contartese, “l’ospitalità, che è arrivata a perdere il 70%, nei primi sei mesi di esercizio è già a +50%, mentre per quel che riguarda i vini la crescita si è attestata sul +30 per cento”.
A dettare i ritmi della ripresa sono un po’ tutti gli indicatori, a partire dalla grande distribuzione, che per la società toscana vale circa il 30% del totale. Guardando ai mercati, ha continuato Contartese, “l’Italia è il più importante con il 22%, seguono la Svizzera con il 21%, la Germania con il 20,5% e gli Stati uniti con il 19% per cento. Sul fronte ospitalità invece: “A oggi abbiamo un’offerta che comprende nove camere e undici appartamenti per un totale di 69 posti letto, mentre per il futuro, anche se non proprio prossimo, abbiamo la possibilità di restaurare altri casali presenti nella tenuta, che in totale, copre 1.100 ettari”.