Dodici milioni di euro in otto anni. È questo l’investimento che Castello del Terriccio, tenuta della Maremma Toscana (in provincia di Pisa) da oltre 4 milioni di euro di ricavi, sosterrà per potenziare la propria ospitalità attraverso il recupero di 14 unità, tra casali e altri edifici.
Si partirà con il vecchio granaio al centro del borgo in cui, fino agli anni ’70 del ‘900, vivevano circa 60 famiglie di mezzadri per un totale di 500 persone. Già utilizzato per diversi eventi, il granaio sarà ulteriormente implementato per rispondere ancor meglio a questo tipo di richieste. Gli altri edifici che si trovano all’interno del borgo storico, dove è presente anche il ristorante Terraforte (sotto la guida di Cristiano Tomei), la piccola chiesa, la cantina storica e la barricaia, saranno prevalentemente destinati a soluzioni di bed and breakfast, quindi ristrutturati con suddivisione in camere o in piccoli appartamenti.
Si aggiunge poi la messa a nuovo dei vari casali distribuiti lungo i 1.500 ettari della tenuta – di cui 800 di bosco, 400 a seminativo, 200 di pascolo, 60 di vigneti e 40 di uliveti – che verranno invece trasformati in ville di campagna indipendenti .
Il progetto di recupero degli edifici storici da destinare all’accoglienza è iniziato diversi anni fa con l’antica scuderia trasformata nella guest house Villa La Marrana. Questa è composta da sette camere doppie con bagno, ampia zona giorno con camino, cucina professionale, patio, giardino e grande piscina. Nel 2021 è stata la volta dell’antica falegnameria, trasformata nel ristorante Terraforte.
Lo scorso anno la tenuta guidata da Vittorio Piozzo, nipote di Gian Annibale Rossi di Medelana a cui si deve la notorietà moderna di Castello del Terriccio, ha registrato un fatturato di 4,2 milioni di euro così ripartiti: 3,2 milioni generati dalla parte vinicola, 150mila euro dall’ospitalità, 450mila dalla ristorazione e i restanti 400mila euro da altre attività (olio, carne bovina, grano, orzo, foraggio e piante). Come si evince, la parte vinicola, con una produzione intorno alle 200-250mila bottiglie l’anno (tra le referenze: Gian Annibale, Lupicaia, Tassinaia), la fa da padrone grazie anche a un’esposizione estera pari al 65% del fatturato. Per il 2023, la tenuta attende un fatturato di 4,8 milioni di euro.