Risultati positivi per la distilleria trevigiana Castagner che ha chiuso l’anno fiscale in crescita double digit a +11%, raggiungendo i 15,25 milioni di euro. Sale anche l’imbottigliato, aumentato del +16%, mentre l’incidenza degli investimenti è stata pari al 7% del fatturato.
Nell’anno, la quota export è raddoppiata andando a rappresentare il 15% dei ricavi dell’azienda. Questo, “sicuramente è stato uno dei fattori trainanti della nostra crescita”, ha dichiarato Roberto Castagner, fondatore e titolare dell’azienda. “Oggi stiamo raccogliendo i frutti del lavoro che abbiamo svolto all’estero in questi anni proponendo una grappa un po’ più morbida che incontra i gusti della clientela internazionale”.
Oltre ai mercati più solidi, in primis Germania con il 40% dell’export, seguita da Austria, Svizzera e Belgio, Castagner ha conquistato l’attenzione anche in altri 30 Paesi, tra i quali gli Stati Uniti “dove la grappa sta conquistando una nuova attenzione non solo tra gli opinion leader, ma anche tra i giovani”, recita la nota.
La crescita delle vendite è stata quindi trainata dai nuovi clienti ma anche dai nuovi prodotti e dal consolidamento di quelli esistenti. “Anche la ripresa dei consumi fuori casa poi ci ha aiutati a sostenere il fatturato”, ha aggiunto in founder. “L’horeca, infatti, dove si vendono i prodotti più prestigiosi, è tornata ai livelli pre-Covid e cioè intorno al 40%, a fronte di un 30% registrato nell’anno dello scoppio della pandemia”.
Sul fronte degli investimenti, Castagner dichiara di puntare sulla continua analisi di mercato per riuscire ad anticipare le richieste dei consumatori e captare le nuove tendenze, oltre alla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. “Inoltre, i nostri investimenti – afferma Giovanni Castagner, responsabile del controllo di gestione aziendale – sono stati impiegati per razionalizzare i consumi investendo in energie alternative, quindi impianti fotovoltaici e valorizzazione delle bucce d’uva esauste quali combustibile per la produzione di energia”.