Castagner cresce in controtendenza rispetto all’andamento critico del mercato delle grappe puntando su innovazione di prodotto e potenziamento delle referenze. L’azienda trevigiana, dopo aver chiuso il 2015 a 11,9 milioni di ricavi (+12% sul 2014), ha archiviato il primo semestre 2016 con un ulteriore incremento del 7% e punta al +12% a fine anno grazie al balzo del 20% nelle vendite a marchio proprio, che contano per il 65% del fatturato complessivo. Il private label, da cui dipende il restante 35% delle vendite, mostra progressi a una cifra.
“I trend del settore – spiega a Pambianco Wine il presidente e amministratore delegato Roberto Castagner – riguardano principalmente le grappe di Prosecco e le barricate, mentre si osserva un calo delle grappe a base Moscato. L’export incide per il 20% del nostro giro d’affari e richiede una differenziazione sempre più attenta in base alle richieste e alle regolamentazioni vigenti nei singoli mercati. Siamo arrivati a 280 referenze! Tutto ciò ha un costo ma è al tempo stesso premiante: 15 anni fa eravamo fuori dalla classifica dei primi 35 produttori italiani di grappa, oggi siamo sul podio”.
Tra le innovazioni più recenti di Castagner spiccano Suite n.5, diventata la base per il cocktail Stop realizzato con l’aggiunta di acqua tonica e Prosecco, e il soft spirit Aqua 21. L’azienda di Visnà di Vazzola (Treviso) ha inoltre investito nell’offerta di alta gamma con il brand Fuoriclasse Leon, che conta quatto riserve con affinamento in legni pregiati per 3, 7, 14 e 15 anni, con cui ha conquistato per due anni consecutivi il premio per la migliore grappa agli Oscar del Vino.
Castagner ha inoltre lanciato un piano di investimento da un milione di euro per il solo 2016 fondato sul potenziamento della barricaia da oltre duemila botti (“Per assecondare le richieste di mercati come il Giappone, che richiede prodotti con almeno cinque anni di affinamento” precisa l’imprenditore), sulla produzione ecocompatibile e sull’avvio della terza linea di imbottigliamento.
L’obiettivo ambizioso di Roberto Castagner è imporre a livello mondiale la grappa come sinonimo di Italian spirit. “Stiamo investendo – conclude – per far comprendere un rito italiano in mercati quali gli Stati Uniti, il Canada, la Russia e ora anche nei paesi asiatici, dove siamo partiti con soddisfazione portando non soltanto il prodotto ma anche il bicchiere da degustazione, l’espositore e la comunicazione di supporto. In prospettiva, punteremo a crescere anche in Africa, dove c’è una richiesta di prodotti alternativi al cognac francese. Mi considero la start-up della grappa, essendo nato come brand soltanto nel 2002, ma in questi anni siamo riusciti a superare marchi che rappresentavano delle vere e proprie istituzioni di settore”.