Prosegue la crescita di Cantina Tollo che chiude il bilancio 2020-21 con un fatturato di 41,9 milioni, in crescita sui 37,4 milioni dell’anno precedente. La grande distribuzione nel mercato estero ha dato un notevole contributo al risultato complessivo della cooperativa con un aumento pari al 26,8% frutto di un trend che “si pone in continuità con gli ultimi esercizi di bilancio ed evidenzia una tendenza del consumo quotidiano in ulteriore crescita, anche a causa del perdurare della pandemia di Covid-19 e al conseguente blocco del canale horeca”, si legge nella nota. Allo stesso modo, anche la grande distribuzione italiana cresce, seppure in maniera più contenuta, del 4,15 per cento.
La cooperativa, che commercializza 13 milioni di bottiglie l’anno e vanta circa 700 soci e 2.700 ettari coltivati, ha inoltre redistribuito sul territorio 22,5 milioni tra valore del conferimento dei soci, retribuzioni e indotto delle aziende locali.
“Sempre più Cantina Tollo rappresenta le eccellenze abruzzesi all’estero”, spiega il presidente Tonino Verna. “Sostenibilità economica, sociale e ambientale sono i tre pilastri su cui si impernia la nostra strategia di crescita, che si è dimostrata vincente anche oltre i confini nazionali”.
Nell’anno, inoltre, Cantina Tollo si è lanciata nel business dell’ospitalità tramite Feudo Antico, azienda che si contraddistingue all’interno del gruppo per l’alto posizionamento, con il proprio vino distribuito esclusivamente nel canale horeca e dedicato alla Tullum Docg, denominazione istituita nel 2008 ed elevata a Docg nel 2019, che promuove varietà come Passerina, Pecorino, Montepulciano. Il complesso architettonico della sede di Feudo Antico sorge infatti nel territorio di Tollo, in provincia di Chieti, nel sito archeologico della villa romana di epoca imperiale scoperta nel 2013 durante i lavori di preparazione del suolo per i primi reimpianti di Pecorino.
“Qui abbiamo iniziato a fare attività di ricettività come degustazioni, eventi, workshop, ma abbiamo anche realizzato una piccolissima foresteria con quattro camere”, spiegava lo scorso ottobre a Pambianco Wine&Food il direttore generale Andrea Di Fabio. Feudo Antico vuole infatti diventare “un punto di riferimento per l’archeo-enologia in Italia, e rappresenta non a caso il primo caso in cui il pubblico, e nello specifico la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, firma una convenzione con il privato per la gestione dei ritrovamenti”.