Il bilancio dell’esercizio 2018/19 approvato dall’assemblea dei soci di Cantina di Soave si è chiuso con un lieve calo del fatturato per la società cooperativa, leader nella provincia di Verona e quinta coop italiana del vino per giro d’affari. Il consolidato è stato pari a 136 milioni di euro contro i 141 dell’anno precedente, per un calo di circa il 3,5% a fronte di una discesa ben più consistente dei prezzi di mercato, fattore penalizzante per una realtà ancora eccessivamente legata alla distribuzione del vino sfuso, dal quale dipende il 58% delle vendite contro il 42% del prodotto imbottigliato.
Il fatturato della società con sede a Soave (Verona) è determinato per il 65% dalle vendite domestiche e per il 35% da quelle internazionali. I mercati esteri hanno registrato un leggero aumento (+6%) a livello europeo, grazie alle buone performance di Germania, Svizzera e Austria che hanno compensato le sofferenze in Gran Bretagna e Danimarca. Ottima invece la risposta del Canada, grazie anche all’accordo di libero scambio (Ceta) che ha sostenuto l’export complessivo nazionale verso il Paese nordamericano: la crescita annuale è stata del 74% per la cooperativa veronese, che in Giappone – altro mercato oggetto di apertura con l’Unione Europea a seguito del Jefta – ha addirittura messo a segno un balzo del 154% grazie al Soave, mentre in Canada sono stati Ripasso e Amarone i vini più gettonati.
Un altro elemento su cui l’azienda veronese dovrà lavorare è quello del marchio proprio. All’interno del 42% di imbottigliato, il private label ossia il vino imbottigliato per marchi del retailer di riferimento (catene della grande distribuzione) rappresenta oltre la metà del totale, contro il 46% dei marchi di proprietà: tra questi compaiono Cadis e Maximilian I° per la gdo, Rocca Sveva e Poesie per l’horeca. Intanto però a Soave sottolineano, in positivo, la risposta data ai viticoltori ovvero ai soci della Cantina, con una liquidazione delle uve salita a oltre 74 milioni di euro e con la redditività media per ettaro prossima ai 13.500 euro. La società si conferma solida e in possesso di abbondante liquidità: il patrimonio netto supera i 65 milioni di euro, a fronte di un cash flow operativo di 9,5 milioni di euro e un utile di esercizio di 1,9 milioni di euro. La disponibilità liquida è pari a 25,4 milioni di euro, pur in presenza di investimenti nel corso dell’esercizio per 18 milioni di euro.
“Il percorso di crescita negli ultimi anni – ha dichiarato in una nota il direttore generale di Cantina di Soave, Bruno Trentini – è stato portato avanti negli anni garantendo sempre una remunerazione delle uve ben al di sopra del valore di mercato e dei competitors. Oltre a ciò l’azienda ha saputo investire ammodernando i centri di conferimento e le sedi produttive, acquisendo nuove strutture e, recentemente, realizzando l’ampliamento della sede principale di Viale della Vittoria che vede Cantina di Soave proiettata verso il futuro con una struttura ultra-efficiente e moderna. Nel complesso, in questi tre anni di lavori, l’investimento è stato di circa 90 milioni di euro, uno dei più rilevanti del settore nel panorama nazionale dell’ultimo decennio”.