Supportare i soci che, con il ricambio generazionale, non riescono più a condurre personalmente i vigneti. È questa l’idea alla base del progetto Poderi di Toscana, la nuova società agricola costituita da Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, cooperativa di Scansano (Grosseto), che si propone di acquistare o condurre direttamente le proprietà dei soci che, a causa del ricambio generazionale o per motivi familiari, non sono più in grado di seguire i propri vigneti.
“La costituzione di questa nuova società, che fa capo direttamente alla Cantina è il primo passo verso la creazione di un nuovo marchio di eccellenza”, spiega il direttore generale Sergio Bucci. “È in questa direzione che convoglieremo in futuro alcuni progetti innovativi sempre strettamente legati al territorio e ai vitigni più tipici della zona”.
Ad oggi la Cantina ha già acquisito i primi tre ettari di vigneto, i quali sono coltivati interamente a Sangiovese dal 2000 e situati nel comune di Magliano, nel cuore della Docg Morellino di Scansano.
“Come azienda cooperativa abbiamo sempre avuto un ruolo di salvaguardia e tutela del territorio e delle famiglie che vi abitano, rappresentate dai nostri soci”, spiega Benedetto Grechi, presidente della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano. “Permettere di dare continuità a questi vigneti, evitando che vengano abbandonati o che la loro gestione, passando di mano, non abbia più l’obiettivo di qualità che perseguiamo internamente, è un passo importante e necessario”.
La questione, con annesse problematiche, del cambio generazionale affligge il mondo del vino quanto quello del food&beverage in senso più ampio. In Italia, infatti, oltre il 70% delle aziende, come raccontato in un’intervista a Pambianco Wine&Food da Alessandro Santini, head of corporate & investment banking per il gruppo bancario svizzero Ceresio Investors, sono in mano alla prima generazione, il 30% alla seconda e meno del 3% alla terza e quarta. La questione del passaggio generazionale è quindi cruciale per il settore che, con l’80% delle aziende sotto i 20 milioni di euro di fatturato e a conduzione famigliare, è ancora molto frammentato, seppur in via di consolidamento. Negli ultimi anni, infatti, “è iniziato un processo di consolidamento – spiega Santini – soprattutto nel mondo del vino, del caffè e del food tech, ma c’è ancora molto da fare per garantire la crescita e la continuità aziendale”. Per fare questo, “servono risorse che in prima battuta si possono trovare nell’aggregazione, così da raggiungere una massa critica sufficiente per diventare attraenti agli occhi degli investitori”.