Il caviale made in Italy di Calvisius conquista i mercati internazionali. Il marchio creato da Agroittica Lombarda, primo produttore mondiale dell’oro nero proveniente al 100% da allevamenti situati in Lombardia, ha conquistato Stati Uniti e Francia, primi mercati di destinazione assieme all’Italia e ciascuno in grado di generare il 10% del fatturato registrato nel 2016, chiuso da Calvisius Italia con oltre 22 milioni di ricavi.
Il trend dell’anno in corso è positivo e registra incrementi che la società, controllata in maggioranza dal gruppo siderurgico Feralpi, non dichiara per scaramanzia… “La campagna vendite natalizia sarà come sempre determinante – spiega a Pambianco Wine&Food il direttore commerciale dell’azienda, Stefano Bottoli – perché oltre il 30% del fatturato è concentrato nel periodo delle feste. Ad ogni modo la tendenza è al rialzo nei nostri principali mercati di destinazione. A crescere più rapidamente sono la Francia, dove la tradizione del caviale è presente da secoli, e l’Italia che invece, dopo una partenza lenta, apprezza sempre più il prodotto”.
Nata nel 1978 a Calvisano (Brescia) come piccolo allevamento di anguille, Agroittica ha poi avuto la felice intuizione di convertire la propria attività sullo storione e di fondare, nei primi anni ‘90, un brand specifico per il caviale, raccogliendo fin dall’inizio un buon successo di pubblico e critica gastronomica. La successiva messa al bando della raccolta di caviale da storione selvaggio, per effetto della dichiarazione dello storione come specie ittica in via di estinzione, ha determinato uno spostamento della caviar economy dalla cattura all’allevamento; se i produttori dei paesi storicamente legati al caviale, come Russia e Iran, hanno dovuto adattarsi alla nuova situazione, Calvisius era già pronta e si è rapidamente imposta nel mercato come specialist, forte di una estrazione pari a 28 tonnellate di caviale nel 2016. “Oggi – afferma Bottoli – il nostro prodotto è riconosciuto come uno dei migliori a livello qualitativo. Poiché noi italiani abbiamo nel dna il buon gusto, non soltanto in materia di cibo, mi pare corretto che una delle referenze più importanti al mondo in materia di food abbia trovato la sua collocazione nel territorio italiano”. Tra i segreti che hanno reso grande il caviale italiano compaiono la purezza delle acque di allevamento, il controllo della filiera produttiva, il processo di preparazione concluso in meno di due ore. Gli storioni sono allevati in due strutture di proprietà di Agroittica Lombarda a Calvisano e in quella della società partecipata Storione Ticino, in provincia di Pavia.
La crescita in Francia e Stati Uniti è stata accompagnata dalla creazione di due filiali estere, Calvisius Usa (2007) e Calvisius France (2015), interamente controllate da Calvisius Italia. La strategia aziendale prevede, da qui a due anni, il consolidamento delle attuali filiali per poi eventualmente valutare l’apertura di una terza società controllata. Il sogno sarebbe la Cina, dove però vige un divieto all’importazione che sembra essere la conseguenza degli investimenti avviati dal governo cinese nell’allevamento di storioni. Una soluzione per superare il divieto potrebbe consistere nell’apertura di un allevamento in loco, esportando know how per presidiare un mercato potenzialmente eccezionale dal punto di vista dei consumi, ma in Agroittica sono molto scettici in merito, anche per la questione legata all’inquinamento delle falde acquifere in Cina.
Intanto Calvisius si avvicina alle feste con una novità di prodotto. A metà novembre verrà infatti presentato Sevruga, il caviale degli zar, che diventerà la sua sesta referenza nell’ambito delle uova di storione. “Anche questo prodotto, proveniente dallo storione stellato, sarà un caviale puro e senza alcuna ibridazione, rispettando la netta scelta di campo fatta da Calvisius per mantenere alta la qualità”, conclude Bottoli.