Burro e Gran Moravia saranno i focus 2022 di Brazzale, gruppo veneto attivo nel lattiero caseario con sette diversi marchi, tra cui Alpilatte e Burro delle Alpi. Dopo aver archiviato il 2021 con ricavi in crescita a 230 milioni di euro (dai 210 milioni dell’esercizio precedente), di cui il 30% generati dall’estero, il gruppo punta a “sviluppare molto bene il nuovo ramo d’azienda del burro dedicato ai professionisti che apre prospettive ampie anche in termini di espansione dell’offerta”, come raccontato a Pambianco Wine&Food dal presidente della società, l’avvocato Roberto Brazzale.
Dopo un periodo di studio e ricerca, l’azienda ha infatti realizzato il proprio ramo d’azienda dedicato all’alta pasticceria, con nuovi stabilimenti, impianti e prodotti ad hoc. Infatti, oltre al Burro Superiore Fratelli Brazzale e al Burro delle Alpi Pro, propone soluzioni personalizzate per i player del settore, anche grazie all’attività integrata del Brazzale Science Nutrition&Food Research Center. Quest’ultimo è nato dalla collaborazione scientifica con l’Università degli Studi di Milano e il suo obiettivo è quello di sviluppare analisi e ricerche sul mondo dell’alimentazione e della nutrizione, con particolare riguardo al settore lattiero caseario. “A meno di un anno dall’inizio di questa collaborazione – spiega il presidente – siamo entusiasti del modo nuovo di vedere il nostro prodotto che ora riusciamo a leggere anche in modo scientifico e non più solo empirico”.
Questa nuova sfida nel mondo burro viene alimenta dalla filiera ecosostenibile e carbon neutral (grazie alla piantumazione di ben 1,5 milioni di alberi) interamente dedicata alle panne: un sistema organizzato di 160 aziende zootecniche tra Italia e Repubblica Ceca dalle quali si raccolgono ogni giorno 750mila litri di latte appena munto.
Oltre al burro, Brazzale continua a puntare i riflettori sul suo Gran Moravia, la cui produzione è aumentata del 15% lo scorso anno e che “sta ancora crescendo molto a livello di vendite”, specifica il presidente. Lo scorso anno l’azienda ha infatti inaugurato un magazzino completamente automatizzato capace di accogliere 250mila forme, frutto di un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro. Anche in questo caso, l’azienda pone la sostenibilità al centro: il Gran Moravia, già dal 2012, ha quantificato e comunicato il proprio ‘Water Footprint’ che è risultato di 2.067 lt/kg di prodotto (di cui 87 litri di di ‘blue water’ e 62 di ‘grey water’), come quantificato e attestato dall’ente indipendente di certificazione Dnv Business Assurance, e quindi meno della metà dell’impronta idrica generica dei formaggi calcolata da waterfootprint.org.
Più in generale, il 2022 sarà un anno “condizionato da questa forte turbolenza data dalla guerra Russia – Ucraina che ancora non si sa bene come si svilupperà ma che porta già diversi rincari e scossoni. Noi non abbiamo presenza in questi Paesi, ma staremo comunque a vedere cosa succederà”, spiega Brazzale. “Per noi gli impatti percepibili sono a livello di catena, con un progressivo e significativo aumento dei prezzi delle materie prime, innanzitutto il latte alla stalla che a sua volta subisce l’aumento delle materie prime come concimi e fertilizzanti. Dunque questo forte effetto inflativo si sta trasmettendo. Raramente in passato ci siamo trovati di fronte a prospettive di carenze di approvvigionamento come oggi, ma siamo comunque pronti”, conclude Brazzale.