Dopo un 2021 archiviato con una produzione di oltre 7,2 milioni di bottiglie, in aumento dell’11% sull’anno precedente, prosegue la crescita del Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc. A rivelarlo a Pambianco Wine&Food in occasione della seconda edizione di Bolgheri DiVino è Albiera Antinori, alla guida di Tenuta Guado al Tasso insieme alle sorelle Allegra e Alessia e dal 2019 presidente del Consorzio per la Tutela dei vini Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia, formato da 66 produttori i cui vigneti rappresentano oltre il 98% del totale.
“Negli ultimi anni la denominazione ha sempre mantenuto un trend di crescita e i numeri sono positivi – rivela Antinori -. Nel secondo trimestre dell’anno siamo cresciuti del 4% a valore sul primo trimestre”. Inoltre, aggiunge, “è una denominazione che ha un prezzo medio all’origine piuttosto alto, intorno ai 30 euro per il Bolgheri Superiore, e a crescere nella grande distribuzione sono soprattutto i vini giovani, con un prezzo medio che si attesta sui 15 euro”.
Stando ai dati riportati in un report realizzato da LT Wine & Food Advisory per il Consorzio, la tipologia Bolgheri Rosso ha registrato tra aprile 2019 e aprile 2021 una crescita del prezzo per bottiglia sulle piattaforme e-commerce pari all’11 per cento, mentre la tipologia Bolgheri Rosso Superiore Doc ha riportato, nel medesimo periodo, un incremento del 15 per cento.
Una denominazione dunque sana, che sta riscuotendo interesse. Riconoscimenti internazionali, anche in termini di valori e volumi movimentati, hanno infatti contribuito al consolidamento della posizione del territorio all’interno dell’indice Liv-Ex, portando tre brand (Ornellaia, Masseto e Sassicaia di Tenuta San Guido) nella top 10 mondiale. Tuttavia, avverte Antinori, “bisogna stare attenti a continuare su questa strada e a stare in campana su come e dove vengono venduti questi vini”.
Per tutelare la produzione, si passa anche attraverso la narrazione del territorio, “una zona piccola, 1.300 ettari di vigna, un francobollo ma di grandissima qualità e di grande appeal”, tanto che il valore per ettaro è in rialzo: se nel 2019 era compreso tra 350 e 500mila euro, oggi “si aggira intorno ai 500-600mila euro, per quanto sia difficile definire un prezzo poiché ci sono pochissime transazioni e rimangono abbastanza secretate”, commenta Antinori.
Tra le strategie adottate dal Consorzio per avvicinare produttori e consumatori, vi è innanzitutto l’implementazione dell’offerta legata all’ospitalità. “Abbiamo già cominciato ad aprirci piano piano al pubblico di appassionati, è una tendenza che si sta sviluppando in Toscana e in tutta Italia, ma qui forse eravamo un po’ più indietro e quindi stiamo stimolando i produttori a rimodernare le strutture e a renderle fruibili dai consumatori”.
Un obiettivo a cui concorre anche l’evento Bolgheri DiVino, quest’anno per la prima volta aperto al pubblico nelle giornate di sabato 3 e domenica 4 settembre. Un’edizione che si è conclusa registrando oltre mille ingressi alla degustazione diffusa allestita tra le mura e le sale del Castello di Castagneto e il Frantoio di Carducci.