Continua la crescita a doppia cifra per i prodotti da agricoltura biologica. I dati dell’Osservatorio Sana-Ice 2016, realizzato da Nomisma con il patrocinio di Federbio e Assobio e presentato venerdì scorso al Sana di Bologna, indicano per il 2015 un incremento del 15% per le vendite nel mercato interno, pari a circa 2,6 miliardi di euro, e del 16% per l’export del bio made in Italy, che vale 1,6 miliardi di euro. Il settore del food biologico ha realizzato negli anni della crisi, tra il 2008 e 2015, un progresso del 94% in Italia e del 408% all’estero, permettendo all’Italia di posizionarsi al secondo posto nella classifica mondiale degli esportatori di cibi biologici, dietro gli Stati Uniti (che sfiorano i 2,5 miliardi di euro) e davanti all’Olanda.
Tra gli indicatori favorevoli compaiono anche le superfici coltivate con metodo biologico (+7,5% rispetto al 2014) e il numero di operatori (+8,2%). Per quanto riguarda i consumi interni, il mondo bio sembra lontano dalla piena maturità e ha ancora forti margini di crescita: la spesa destinata al bio rappresenta il 3,1% del totale della spesa alimentare italiana, contro l’1,9 % di tre anni fa.
Nella top ten degli alimenti bio acquistati dalle famiglie italiane, l’ortofrutta fresca occupa la prima posizione, davanti a olio extra vergine d’oliva, uova e miele. Tra i canali di acquisto per la spesa di prodotti biologici prevalgono la grande distribuzione, dove ha acquistato in almeno un’occasione il 60% del campione interpellato per la ricerca, e i negozi specializzati in prodotti biologici (28%). La gdo viene privilegiata principalmente per la “comodità”, mentre il 16% pensa che negli ipermercati i prezzi dei prodotti biologici siano più bassi. Gli specializzati vengono scelti soprattutto per l’ampiezza della gamma (26%).