Il 2021 sarà meglio del 2020 e il 2022 meglio del 2019. Sono queste, in sostanza, le previsioni per il prossimo futuro di Banfi, azienda vinicola con sede a Montalcino e nata nel 1978 grazie alla volontà dai fratelli italoamericani John e Harry Mariani. Come raccontato a Pambianco Wine&Food dal sales and marketing director Rodolfo Maralli, per quanto riguarda l’anno in corso “siamo partiti abbastanza bene un po’ in tutto il mondo tranne negli Stati Uniti, dove sono in corso delle ristrutturazioni”.
Considerando i primi due mesi dell’anno, “l’Europa è in netta crescita, mentre l’Italia è partita negativa perché la si paragona all’avvio molto positivo dell’anno scorso, che era stato particolarmente brillante vista l’uscita dell’annata 2015 del Brunello su cui c’erano alte aspettative”. Anche marzo, “che si confronta con l’inizio del periodo Covid dell’anno scorso, è partito molto bene”. In generale, pertanto, “contiamo di fare un +20% nell’anno, che è comunque meno del 2019, e di tornare ai livelli pre-Covid e in crescita nel 2022, anche grazie agli investimenti in termini di omnicanalità e di brand per alzare il percepito aziendale”.
Per quanto riguarda il 2020, invece, il fatturato pre consuntivo di Banfi si attesta sui 45 milioni, contro i 69 milioni del 2019. Su questo risultato ha pesato particolarmente la divisione legata al vino, in quanto ha riportato circa un -30% sia in fatturato che in volumi, il che “per il nostro modello, fortemente orientato all’horeca, era prevedibile”, ha precisato Maralli. In aree geografiche come il Centro – Sud America questo canale arriva infatti a pesare per la quasi totalità dei ricavi, mentre in altri Paesi, come per esempio Italia e Stati Uniti, c’è maggiore equilibrio. “In questo contesto particolarmente sbilanciato, ci ha dato un notevole aiuto il canale online che nell’anno appena concluso ha registrato un balzo del 200% arrivando a pesare il 2% del fatturato totale”. Una percentuale “ancora molto piccola, ma che comunque si misura con l’1% pre-pandemia e che attende crescite importanti anche in futuro”.
La pandemia ha quindi accelerato un cambio di modello che, come raccontato, era comunque già nei piani dell’azienda, ovvero quello di avere più omnicanalità, con un conseguente maggiore equilibrio tra canale on e off trade. L’obiettivo è quello di arrivare a un bilanciamento che prevede un peso all’incirca del 70 per l’horeca e del 30 per cento per la gdo. Un riequilibrio che è da attuare soprattutto nei Paesi europei come Svizzera, Inghilterra, Germania, Austria, Benelux a cui si aggiungono i mercati asiatici e sud americani.
Tra gli altri progetti di Banfi, c’è quello di ridisegnare la struttura vendita affiancando dei wine ambassador, ovvero delle figure di supporto ai direttori commerciali, nei mercati chiave come Asia e Sud America.