Continua il momento negativo dell’Asti, causato in parte dallo spostamento della tendenza al consumo verso gli spumanti secchi e in parte dal crollo dell’export nelle aree più importanti per la docg piemontese, a cominciare dalla Russia.
Secondo l’associazione dei produttori di Moscato, l’uva da cui si ottiene l’Asti docg, quest’anno i coltivatori delle province di Asti, Alessandria e Cuneo perderanno 40 milioni di euro a causa del perdurare della crisi dell’Asti che ha già portato a un calo del 30% delle entrate per il comparto agricolo. Il presidente dell’associazione, Giovanni Satragno, ha denunciato la riduzione di circa 25 milioni di bottiglie negli ultimi quattro anni. “Si è voluto produrre troppo, sbagliando – ha aggiunto Satragno – e non sono stati fatti investimenti per promuovere le vendite”.
Una prima risposta alla crisi del più importante vino astigiano arriva dall’investimento di 7 milioni di euro, attraverso fondi europei, che la Regione Piemonte erogherà nei prossimi tre anni e che saranno destinati a realizzare un palazzo, un’enoteca e una biblioteca tutti dedicati al vino nel centro storico di Asti. Lo ha annunciato il 5 luglio il sindaco della città, Fabrizio Brignolo, alla presentazione del progetto Vino e cultura. La ‘Casa del vino’ sorgerà a palazzo Ottolenghi e punta a intercettare una parte del flusso enoturistico collegato anche alle vicine Langhe, terra di grandi vini rossi. Nell’attesa dei fondi europei, il Comune ha già annunciato l’emanazione di un bando per realizzare l’enoteca nei locali dell’ex biblioteca comunale, recentemente ristrutturati. In agenda anche percorsi turistici nelle vigne, nelle cantine e nelle aree protette delle frazioni e della provincia di Asti.