Un lunedì da ricordare per Arnaldo Caprai che è stata insignito dall’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, del Welcome, Working for refugee integration, riconoscimento che certifica il contributo delle aziende nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni. Nel corso degli anni, infatti, l’azienda di Montefalco, in provincia di Perugia, ha dato la possibilità a oltre duecento richiedenti asilo di trovare un impiego in cantina. Per Marco Caprai: “Questo premio, che ci rende orgogliosi, è la risposta a una nostra sfida che prosegue tutt’ora e che va ben al di là del trovare manodopera in un momento così delicato come quello della ricerca di personale”.
Non solo, perché a premiare la cantina umbra c’è anche il mercato “che in questa prima metà dell’anno, nonostante uno stallo causato dalle instabilità, ci sta portano a un tasso di crescita del + 2-3%, mentre gli obiettivi di fine anno sono stimati tra il + 5-6 per cento”. Trend sostenuto in particolare dal mercato internazionale “che per noi vale circa il 30%, che ha negli Usa il suo primo sbocco e dove si stanno vedendo i primi frutti degli accordi più recenti siglati con Germania e Regno unito”.
Nel 2022, chiuso a circa 8 milioni di euro di fatturato con un volume vendita di 950mila bottiglie, “le preoccupazioni maggiori hanno riguardato i costi delle materie secche – racconta a Pambianco Wine & Food Marco Caprai – che hanno rappresentato l’aspetto più critico anche in questo primo semestre, con aumenti del 7-8 per cento”. Per contro, ha continuato il numero uno della cantina di Montefalco, “questi stessi costi rischiano di diventare anche il punto di forza, perché finalmente, e a parte il vetro, si stanno vedendo flessioni importanti sui listini”.
Mentre per quanto riguarda la produzione, che sarà stabile, Arnaldo Caprai dovrà affrontare una rimodulazione dell’offerta “perché forse mancherà qualcosa sui rossi, per colpa di vendemmie scarse, ma un filino meglio abbiamo fatto sui bianchi e sugli spumanti, visto che in autunno debutterà un nuovo metodo classico riserva ottenuto sulle montagne umbre”.
Il tutto senza dimenticare l’hospitality, che vanta un peso specifico del 9-10% sul fatturato raggiunto dalla sola vendita e biglietti di ingresso per le visite. “Riusciamo ad avere circa 30mila visitatori all’anno senza offrire pernotto e gastronomia, aspetti che, vorrei precisare, non ci interessano, almeno sul breve periodo, anche perché intorno a noi ci sono buoni ristoranti e bei luoghi dove stare”.