Il 2023 di Arnaldo Caprai veleggia a passo da record con un esercizio chiuso a otto milioni di euro, il 3,5% in più rispetto ai circa 7,5 milioni del 2022. “Questo bilancio è figlio di un’annata un po’ altalenante, che nella sua prima metà ha scontato un riequilibrio post-Covid fatto di ordinativi un po’ più prudenti, dall’altra di un mercato statunitense, che per noi è il riferimento in termini di esportazioni, piuttosto lento nel mettersi in moto”, spiega l’imprenditore umbro Marco Caprai. “Dalla seconda metà dell’anno invece, e grazie al ritorno alla normalità negli Usa, abbiamo visto un cambio di passo”.
Per un volume che, grazie ai 200 ettari gestiti, 110 dei quali di proprietà, ha garantito la produzione di un milione di bottiglie, e questo, “nonostante le ultime tre vendemmie quantitativamente complicate”, ha sottolineato Caprai.
Per quanto riguarda le prospettive sull’appena iniziato 2024, e considerando che il mercato domestico genera il 70% del valore, con una quota Horeca al 40%, Marco Caprai si è detto “piuttosto ottimista. Cresceremo intorno al 5-6% anche grazie a un rinnovato dinamismo sulle piazze internazionali, e in particolare su quelle sudamericane”, mentre per quel che riguarda le strategie aziendali, “punteremo a una crescita regolare che sia in grado di valorizzare i nostri vini, a partire dai nostri tre Sagrantino di Montefalco (Collepiano, Valdimaggio e 25 anni), e questo lo perseguiremo anche stando al passo con le innovazioni che la tecnologia ci propone”.
Non a caso la cantina umbra, insieme a Its Umbria, si è resa protagonista della realizzazione del primo vigneto digitale, che prevede l’installazione di tutta una serie di sensori che raccolgono e trasmettono centinaia di dati che, una volta interpretati, porteranno a un migliore sviluppo della pianta e al conseguente miglioramento del prodotto, il tutto con un minor impatto ambientale, a partire dalla riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche e dalla produzione di anidride carbonica.