Si chiama Pfv, Primum familiae vini. È l’associazione internazionale, creata nel 1992, delle “Leading Wine Families”, ovvero delle famiglie del vino rimaste indipendenti dalle holding che sempre più investono nell’acquisto di tenute e aziende vitivinicole. Il loro ultimo meeting si è tenuto nei giorni scorsi in Chianti Classico, presso i possedimenti della famiglia Antinori che, assieme agli Incisa della Rocchetta (Tenuta San Guido), rappresenta l’Italia in questo club, cui si accede su invito, composto da 11 “famiglie altamente rispettate”, come riporta la definizione che compare sul sito. Gli altri nomi? Château Mouton Rothschild, Joseph Drouhin, Egon Müller Scharzhof, Famille Hugel, Champagne Pol Roger, Famille Perrin, the Symington Family Estates, Miguel Torres e Vega Sicilia. Vi appartenevano anche i Mondavi, che sono stati esclusi dopo la cessione dell’azienda californiana Robert Mondavi al gruppo Constellation Brands, lo stesso che avrebbe poi acquisito un altro big della produzione toscana, Ruffino. Da allora, il socio mancante non è più stato sostituito. La presidenza del biennio 2014-15 è italiana e spetta ad Alessia Antinori, esponente della famiglia record per numero di generazioni succedute, 26 avi dal 1385. I soci, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, hanno discusso durante il meeting di tecniche e commerci. “La rete distributiva è talvolta comune, fattore decisivo se si esporta più di metà delle bottiglie. I vini di Mouton Rothschild, ad esempio, arrivano in Cina grazie ai punti d’appoggio di Torres”, riporta il quotidiano. L’altra attività è la partecipazione alle aste di beneficenza e alle cene di gala con fondi destinati ad associazioni impegnate sul sociale, tra cui San Patrignano. Gli obiettivi di questa “santa alleanza delle vigne” sono due: scambiarsi aiuti e idee per mettersi al riparo dalle incursioni di investitori e facilitare il ricambio generazionale.