“Nonostante le generali grida spaventate e preoccupate, il 2023 è stato un anno positivo per l’azienda”. Sono queste le parole con cui Albiera Antinori descrive a Pambianco Wine&Food l’ultimo esercizio fiscale registrato dall’azienda di famiglia Marchesi Antinori. “La nostra divisione vino ha registrato ricavi per 245 milioni in euro, rispettando così il nostro budget di crescita che si aggira intorno al 3-4%, ovvero un aumento sostenibile per un’azienda vitivinicola che fa i suoi step guardando a distanza”.
In questo contesto, l’Italia è andata “molto bene, così come l’estero fatta eccezione degli Stati Uniti a causa del cambio dell’importatore”. Lo scorso anno, infatti, la realtà toscana ha creato la società Vinattieri 1385 che, con il proprio nome, celebra il momento in cui Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri nel 1385. La nuova società americana va a sostituire, a partire dal 2024, la Ste. Michelle Wine Estates, precedente importatore di Antinori in America, che, negli scorsi mesi, ha inoltre venduto la cantina Stag’s Leap Wine Cellars proprio alla famiglia italiana.
“Gli Stati Uniti – prosegue Antinori – sono il mercato principale per i fine wine e sentivamo la necessità di governare meglio la qualità di distribuzione nel Paese che, ad oggi, genera circa 28 milioni di euro di ricavi per l’azienda”.
Per quanto riguarda le geografie a cui punta il gruppo nel 2024, “Asia e soprattutto Cina sono un’altalena che speriamo inizi a girare per il verso giusto. Per ora, infatti, rappresentano numeri piccoli e per questo dobbiamo migliorare, soprattutto a livello di posizionamento del vino italiano in generale”. Tra gli altri Paesi a cui l’azienda punta c’è l’India che “potrebbe essere un consumatore molto interessante ma al momento c’è una barriera di ingresso a livello di tasse molto alta che impedisce la presenza del vino”. Qui Antinori è attualmente presente “pochissimo, solo nei grandi alberghi, e nelle reti più internazionali”.
Il 2024, anno in cui, tra l’altro, vengono celebrati i 50 anni del Tignanello, tra i vini più celebri dell’azienda, “è iniziato sulla scia delle luci ed ombre del 2023. È un’altalena costante tra temi di alcol, salute e inasprimenti burocratici. Noi, grazie al nostro posizionamento, non stiamo subendo grossi scossoni e speriamo di riuscire a crescere ancora”.
È delle scorse settimane, inoltre, la notizia che vede la famiglia toscana affiancare il Comune di Firenze nelle prossime attività di restauro conservativo di Ponte Vecchio. In particolare, Antinori supporterà la parte relativa ai prospetti del ponte.