Amazon entra nel business della distribuzione bio e si assicura per 13,7 miliardi di dollari la catena Whole Foods. Si tratta della più grande acquisizione mai fatta dal gigante dell’e-commerce nonché del più alto prezzo mai pagato nella storia per una catena di supermercati, pari a quasi il doppio dell’offerta recentemente avanzata dai cinesi di Yda Investment e respinta dalla famiglia Caprotti per comprare Esselunga. La mossa del colosso dell’e-commerce guidato da Jeff Bezos ha scatenato non solo il panico in Borsa sui titoli della distribuzione tradizionale, ma anche la prima timida risposta di Walmart, numero uno della gdo mondiale, che ha acquistato il sito di vendite online d’abbigliamento Bonobos per 310 milioni di dollari.
La battaglia tra il colosso dei supermercati offline, Walmart (486 miliardi di fatturato), e quello delle vendite online, Amazon (445 miliardi), si inserisce in un contesto fortemente dinamico per il controllo della grande distribuzione alimentare negli Stati Uniti, dove stanno per rafforzare la loro presenza anche i gruppi tedeschi Aldi e Lidl con programmi di ingresso non solo nelle grandi città ma anche nell’America più profonda ricorrendo a modelli innovativi rispetto a quelli considerati statici degli attuali player, come testimoniato dalle vendite stagnanti e da concept di servizio messi in discussione dalla praticità delle vendite tramite app con consegna a domicilio.
In questo contesto, l’acquisizione di Whole Foods appare come un manifesto anche politico, perché la catena da 460 negozi bio offre 30mila prodotti organici certificati e 13.500 prodotti certificati non Ogm, temi non proprio allineati con il nuovo corso dell’amministrazione Trump. Bezos punta a trasformare il cibo bio da affare di nicchia a business di massa, consegnando la spesa a domicilio con prezzi da abbonamento e semplificando le operazioni di acquisto a un target che ha poco tempo a disposizione ma vuole selezionare con attenzione la propria spesa, senza file alle casse e con ordinazioni e pagamenti online. La sfida è duplice: riguarda i valori della gdo, e Walmart negli ultimi anni ha incarnato l’ideale di cibo come commodity su cui applicare le politiche al massimo ribasso, e la logica di servizio qualificato alla clientela, rafforzato dalla presenza dei punti vendita che diventano centri di consegna dei prodotti.