Genagricola mette a segno un’acquisizione che punta all’Amarone, punta di diamante dei rossi veneti. La più estesa azienda agroalimentare italiana controllata dal gruppo Generali ha annunciato di aver acquistato 35 ettari di terreno, di cui 18 coltivati a vigneto, nel territorio comunale di Grezzana, tra i colli veronesi e nel territorio di produzione di Valpolicella, Ripasso e Amarone. L’ammontare dell’operazione non è stato comunicato, secondo policy aziendale, ma l’amministratore delegato Alessandro Marchionne rivela a Pambianco Wine: “L’azienda di Grezzana è stata acquistata a condizioni migliori di quanto avremmo potuto ottenere tre-quattro anni fa. La famiglia che la gestiva è uscita, ora stiamo per assumere personale qualificato partendo da un agronomo e da un enologo, entrambi selezionati dal nostro consulente di riferimento che è Riccardo Cotarella (presidente di Assoenologi, ndr). Abbiamo puntato su un’azienda di qualità ma non affermata, preferendo partire da zero, per aumentare la quota dei rossi, che attualmente valgono il 30% della nostra produzione complessiva. Si tratta di una piccola acquisizione, che potrà generare 120 mila bottiglie l’anno con possibilità di ulteriore crescita nel tempo, ma l’impatto su prezzo medio e orientamento qualitativo saranno immediati”. La scelta di investire nei rossi costituisce per Genagricola una chiave di accesso ai grandi mercati internazionali, dove l’azienda non intende presentarsi come specialista del Prosecco, ma come un player a tutto campo nel vino made in Italy di qualità. “Il progetto ci sta dando ragione in tempi piuttosto rapidi, come dimostra l’ingresso nella top 100 Wine Spectator del Pinot grigio Torre Rosazza, unico bianco italiano in classifica” sottolinea Marchionne. Genagricola opera nel mondo vitivinicolo con i brand Bricco dei Guazzi (Monferrato), Torre Rosazza, Poggiobello e Borgo Magredo (Friuli), Gregorina (Emilia Romagna), Tenuta Sant’Anna (Veneto), Solonio (Lazio), a cui si aggiunge una tenuta in Romania. Nel suo complesso, la società comprende 24 aziende agricole per un un totale di 14 mila ettari, di cui 760 messi a vigneto; gli altri sono dedicati a colture erbacee, allevamento, produzione di energie rinnovabili e viticoltura. In programma, a breve termine, non compaiono ulteriori acquisizioni e Genagricola punta a migliorare l’esistente, che non è poco. “Se dovessero arrivare delle dismissioni in altre attività estranee rispetto ai nostri core business – conclude Marchionne – reinvestiremo i proventi nel vino”.