Bene l’export di Amarone, in flessione Valpolicella e Ripasso. L’indagine del consorzio Valpolicella affidata a Nomisma e presentata in occasione di Valpolicella annual conference evidenzia un andamento contrastato per i vini della denominazione veronese. In particolare, le esportazioni hanno performato meglio rispetto al mercato interno, le grandi aziende hanno ottenuto risultati più significativi delle piccole ma il prezzo medio è diminuito per tutti i maggiori player.
Nel 2020, la principale denominazione rossa del Veneto ha perso il 3,3% in valore, trascinata al ribasso dalla domanda italiana (-9,6%) condizionata dalla chiusura dei ristoranti. L’indagine è stata condotta su un campione di aziende che rappresenta circa la metà della capacità produttiva dell’area e una media pro-capite di 1,1 milioni di bottiglie vendute.
L’Amarone della Valpolicella perde quota in Italia (-13%) ma cresce del 7% all’estero, dove è destinato in larga parte (l’export genera i due terzi delle vendite). Il prezzo medio è diminuito del 5% circa. Gli Stati Uniti si confermano primo buyer per l’Amarone con una quota di mercato del 14%, davanti a Svizzera (12%), Regno Unito (11%), Canada e Germania (10%). Bene il trend della piazza statunitense a valore (+9%), positive anche le performance nelle altre maggiori nazioni, con incrementi dal 4% al 7 percento.
Ancora più alta (73%) la propensione all’export per il Ripasso, dove però si registra un calo del 5% a valore. In rosso anche le vendite in Italia che segnano un -6%. Cali pesanti, rispettivamente del 23% e del 25% per le piccole aziende. Il Canada (+1% le vendite nel 2020) si conferma di gran lunga prima destinazione per il Ripasso con il 23% degli acquisti totali, seguito da Svezia (quota all’11%) e a pari merito da Svizzera, Germania e Regno Unito (9%). In Italia la gdo è nettamente il primo canale, con il 62% delle vendite a valore.
Vira in negativo anche il Valpolicella, che paga a valore un -3% all’estero (67% l’incidenza export) e un -8% sul mercato nazionale, dove la gdo rappresenta quasi 2 bottiglie vendute su 3 ma che vale solo il 9% del fatturato delle piccole imprese, in evidente difficoltà sia sulle piazze interne (-21%) che negli scambi internazionali (-21%). Il Canada si conferma sbocco principale con oltre 1/3 delle vendite totali, seguita dagli Usa (19% la quota) e Norvegia (9%).
“In generale, considerata la congiuntura, la performance è da considerare positiva per l’Amarone, il nostro vino di punta, che chiude l’anno meglio rispetto al trend nazionale”, ha commentato il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini. “Ma ciò che preoccupa sono le disparità all’interno del dato generale, con le piccole imprese di qualità che pagano pesantemente la chiusura dell’horeca, con perdite medie del 10% per l’export e del 28% sulla domanda interna. Dinamica questa che colpisce direttamente il dna del nostro tessuto produttivo e che si riflette anche nelle altre doc osservate dall’indagine”.