Un’etichetta speciale, con dettagli di colore argento, è stata realizzata per festeggiare il 240° anniversario dalla fondazione con il suo prodotto-icona, la Grappa Bianca 50°. Nardini, la prima distilleria italiana con annessa grapperia per produrre grappa con un alambicco in pianta stabile e commercializzarla, fu fondata il 16 aprile 1779 a Bassano del Grappa, che al tempo si chiamava Bassano Veneto. Da allora, la storia del più rappresentativo tra i distillati italiani è stata spesso caratterizzata dalle innovazioni lanciate dal brand rimasto di proprietà della famiglia Nardini, giunta alla settima generazione con Angelo, Antonio, Cristina e Leonardo Nardini, a portare avanti la tradizione familiare e a diffondere la cultura di un’icona italiana nel mondo.
“Oggi il trend è sui lunghi invecchiamenti – spiega a Pambianco Wine&Food il CEO dell’azienda, Angelo Nardini – ma noi già nel 1910 producevamo le prime riserve e fin dal 1959 mettiamo la grappa in botte, perché i nostri nonni nel 1979, in occasione del bicentenario, volevano avere a disposizione un prodotto invecchiato 20 anni. Ora, da qualche anno, facciamo stabilmente la linea Selezione Bortolo Nardini per il canale horeca con tre riserve e una bianca che abbiamo chiamato Extrafina perché se è abbastanza facile realizzare una riserva particolare, lo è molto meno ottenere una bianca così particolare”.
Nardini è anche tra le prime aziende ad aver esportato la grappa nel mondo. Angelo ricorda che al matrimonio della regina Elisabetta d’Inghilterra con il principe Filippo fu servita agli ospiti la grappa di casa Nardini e che la regina madre degustava spesso i loro prodotti nelle sue visite ad Asolo. Oggi l’export si aggira attorno al 15% dei ricavi complessivi, pari a circa 10 milioni di euro, e i Paesi più importanti al di fuori dell’Italia sono quelli di lingua tedesca.
Il primo cliente di Nardini, da sempre, è la sua grapperia sul ponte di Bassano. “Bottega Ponte Vecchio – racconta Angelo Nardini – è il luogo dove inizia la nostra storia ed è tuttora il nostro punto di comunicazione più forte, perché lì incontriamo il nostro consumatpore. È il santuario della grappa. Una favola imprenditoriale, con 240 anni di licenza alle spalle, ma come Nardini eravamo lì già da 30-40 anni prima. E un luogo dove i nostri predecessori hanno avuto l’intelligenza di non cambiare mai nulla”.
Nardini produce grappa e liquori esclusivamente a marchio proprio. La sede oggi è nella fabbrica-gioiello Le Bolle, sempre a Bassano del Grappa, progettata da Massimiliano Fuksas. Ed è lì che sono in atto, da due anni, importanti investimenti legati al piano Industria 4.0 per rinnovare le linee di produzione e imbottigliamento secondo l’idea della versatilità e dell’innovazione. “Stiamo esplorando nuove possibilità che in passato non avevamo approfondito. Oggi abbiamo a disposizione un impianto di distillazione che ci permette di distillare tutto, dalla grappa monovitigno alla frutta, e un sistema di imbottigliamento così versatile che ci permette di poter esplorare nuove forme e dimensioni, cogliendo e anticipando le tendenze”. E oltre alla crescita nell’horeca, c’è tutto il business potenziale in arrivo dalla mixologia. “La stiamo esplorando dal 2006 e abbiamo visto, con nostra stessa sorpresa, che la grappa si può miscelare”, conclude Nardini.