Silenziosamente, gli Alajmo continuano a crescere. Mentre lo chef Massimiliano, il più giovane “tre stelle” Michelin della storia (traguardo raggiunto nel 2002 a soli 28 anni, con il ristorante Le Caladre di Rubàno, alle porte di Padova), ha ritirato sabato 3 ottobre in Valpolicella il Premio Masi “Civiltà Veneta”, attribuito dalla Fondazione Masi ai protagonisti dei valori delle Venezie (con lui sono stati premiati la cantante Elisa e il fisico Carlo Rovelli), i dati comunicati dal fratello Raffaele, amministratore delegato di Alajmo Spa, indicano un incremento previsto a fine anno di circa il 16%, per un fatturato complessivo di 11,95 milioni di euro. “La variazione del solo fatturato Italia è del 6% sul 2014 – precisa Alajmo – mentre la controllata francese Stern, che nel 2015 rappresenterà il 13,8% del fatturato complessivo, ha avuto un grosso incremento in quanto lo scorso anno è stata operativa solo per 100 giorni”.
Quella degli Alajmo è una realtà che supera le dimensioni ristrette della ristorazione. Si tratta ormai di un gruppo internazionale partecipato da un fondo di private equity, Venice (controllato da Palladio Finanziaria), che cinque anni fa ha rilevato il 25% delle quote societarie. “I rapporti con Palladio sono eccellenti, per il momento non ci sono programmi di variazioni sulla compagine sociale”, dichiara Raffaele a Pambianco Wine. Il gruppo oggi comprende, oltre al ristorante Le Calandre e al bistrot con pasticceria Il Calandrino, il ristorante “green” La Montecchia nei Colli Euganei, lo storico ristorante e gran caffè Quadri di piazza San Marco a Venezia e lo Stern di Parigi, cui si aggiungono il progetto In.Gredienti di specialità alimentari, la linea Alajmo Design e la società di eventi Alajmo Events.
Obiettivi? “Puntiamo a consolidare l’esistente, è già abbastanza”, ha dichiarato Massimiliano, di cui è nota l’indole riservata che lo tiene ben distante dai riflettori televisivi, catalizzanti per molti chef (un anno fa, intervistato da Sette, disse che “i talent creano illusioni e fanno danni”), a margine della premiazione veronese. In realtà, qualcosa di importante sta bollendo in pentola nelle sue cucine… “Abbiamo un nuovo progetto in fase di definizione – sussurra Raffaele – che porterà nel 2017 la Alajmo Spa a superare i 15 milioni e i 200 addetti. Non posso darle nessun’altra informazione perché il progetto non è ancora “firmato” anche se definito, ma un po’ di scaramanzia non guasta mai…”.