Riposizionamento del brand ed espansione sia in termini geografici sia di canale. È questo il piano di sviluppo di Temakinho, la catena di ristoranti di cucina nippo-brasiliana che, in questi giorni, è stata venduta da Cigierre, che ne aveva acquisito la maggioranza nel 2018, al fondo tedesco Mutares. Un percorso che prende forma innanzitutto dal management: Fabrizio Pisciotta, co-founder e azionista di minoranza di Temakinho, assume infatti il ruolo di CEO. Rientra poi in azienda la co-founder Linda Maroli che si occuperà dell’innovazione e della creatività del prodotto, di design e comunicazione.
“Il percorso con Cigierre ha permesso all’azienda di rafforzare le aree gestionali e di strutturarsi ulteriormente”, commenta il CEO. “Adesso siamo pronti per affrontare autonomamente un nuovo ciclo, individuare i nuovi trend del mercato e tornare a essere centrali sul cliente ricreando un’esperianzialità e un value for money che da sempre sono stati i nostri fattori critici di successo”. Non a caso, “scriviamo una nuova storia” è il claim che identifica questa Temakinho 3.0.
In primis, quindi, verrà avviato il riposizionamento del brand verso l’alto, “pur senza modificarne sensibilmente la leva prezzo”, che “passerà dalla rivisitazione del servizio e dello staff”, spiega Pisciotta. “Usciremo dalla logica della catena del tutto uguale necessariamente dappertutto. I nostri locali hanno delle identità forti e si collocano in zone e quartieri della stessa città differenti tra loro, per cui il cliente sarà il driver delle nostre scelte”. Verranno inoltre messe a terra una serie di attività “principalmente all’interno dei ristoranti ma anche con partner che rappresentano l’eccellenza nei propri settori. La proposta sarà differenziata tra pranzo e cena dando valore al servizio, al menu e allo staff”.
Ad oggi, la catena fondata nel 2012 e basata nel capoluogo lombardo conta 10 ristoranti diretti dislocati tra Milano, Roma, Bologna e Firenze, a cui si aggiungono quattro locali in franchising, di cui due nell’aeroporto di Roma Fiumicino, uno a Milano Linate e uno a Lione in Francia. Nel 2022 Temakinho ha generato ricavi per 20 milioni di euro.
Il piano di sviluppo prevede inoltre nuove aperture che inizieranno a vedere la luce tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Queste saranno sia dirette sia in franchising e presenti tanto in Italia, in città quali Napoli, Bari, Venezia, Catania, quanto all’estero, a partire da Medio Oriente e Nord Europa.
Verrà inoltre sviluppato il format Palma’s by Temakinho, ad oggi presente solo all’aeroporto di Fiumicino. “Palma’s ha un posizionamento differente da Temakinho e, vista la sua scalabilità, vorremmo portarlo nei centri commerciali, nei mall di un certo livello e nel travel retail”.
“Facciamo leva sull’heritage del brand per portare l’esperienza unica di Temakinho in canali e aree geografiche ancora poco esplorate”, conclude Constantin Terzago, managing director & head of M&A South & Cee di Mutares. “Riteniamo che la collaborazione tra il nostro operational team e le figure professionali presenti in Temakinho possano accelerare la creazione di valore e il rafforzamento del brand”.