Agroittica Lombarda, società nota soprattutto per il brand di caviale Calvisius, archivia l’anno fiscale 2022-23 (chiuso lo scorso 30 giugno) a due velocità. A seguito infatti di una riorganizzazione del portafoglio, la realtà di Calvisano (Brescia), attiva nell’allevamento di storioni e nella produzione di caviale e affumicati, ha realizzato un fatturato consolidato di 42,39 milioni di euro, contro i 45,44 milioni dell’anno precedente, a fronte però di un miglioramento dell’ebitda che si è attestato a quota 3,9 milioni, contro i 2,4 dello scorso esercizio.
Un risultato frutto di diverse scelte strategiche, come spiegato a Pambianco Wine&Food dalla general manager Carla Sora: “abbiamo deciso di eliminare alcune referenze di affumicati, quelle entry level dedicate al canale Gdo, che non portavano marginalità”.
Ad oggi, l’80% del caviale (l’azienda è attiva con i brand Calvisius per l’Horeca, Cavalier Caviar Club per la Gdo e Ars Italica Caviar) va all’estero, in primis Francia e Usa, dove l’azienda conta due filiali. A questi mercati si aggiungono Giappone, Paesi Arabi e Corea che “crescono bene”. In termini di canali, l’Horeca fa circa il 70-80% delle vendite e una “parte interessante la riveste l’online, che sta andando bene. Su questo canale (attivo con lo shop Calvisius, ndr), inoltre, notiamo quante persone siano affezionate e fidelizzate a Calvisius, a dimostrazione di quanto sia importante costruire un brand forte”.
Un altro canale in cui l’azienda è attiva è quello delle crociere che, come puntualizzato da Sora, non solo non è soggetto ai picchi stagionali legati alle festività (Natale in primis), ma assorbe anche ingenti quantità di caviale. Si aggiungono poi le compagnie aeree, in cui l’azienda è oggi meno presente in quanto il canale predilige scelte orientate più al prezzo che alla qualità. In ogni caso, entrambi i canali si prestano alla destagionalizzazione del prodotto, differentemente da ristorazione e gastronomia (e anche Gdo) che subiscono maggiormente le variazioni stagionali di consumo. “Certamente, a noi piacerebbe poter spingere sulla destagionalizzazione del prodotto, ma, al di là di certi canali, non è facile. Il prodotto è legato al mondo del lusso e il suo consumo è molto culturale, non è facile riuscire a inserirlo nella quotidianità”.
Nel frattempo, Agroittica – che dispone di due impianti nel comune di Calvisano per un totale complessivo di 60 ettari di allevamento, ai quali si è aggiunto da qualche anno l’impianto della società̀ partecipata (al 50%) Storione Ticino, situato proprio all’interno dell’omonima riserva naturale – sta strutturando la propria offerta hospitality per portare curiosi e consumatori direttamente in azienda. Un’iniziativa che la realtà bresciana sta portando avanti da circa tre anni, ma che ora ora vede la formazione di una vera e propria squadra di tre persone, il rinnovamento dei locali dedicati all’accoglienza e attività di promozione ad hoc. I pacchetti offerti sono molteplici e prevedono, in generale, la visita all’allevamento e la degustazione presso i ristoranti della zona. “Finora siamo stati un po’ ‘passivi’ ma, pur non facendo promozione, siamo stati in grado di attirare in azienda più di mille visitatori lo scorso anno. È un’attività molto richiesta, sta andando bene. Per noi è un asset molto interessante”, conclude Sora.