Due leggende dell’alta cucina e del vino sono scomparse in questi giorni.
“Oggi piangono gli chef dell’Eliseo e di tutta la Francia”. Il comunicato ufficiale di Stato, a firma del presidente francese Macron, riassume lo stato d’animo della categoria dopo aver appreso la notizia della scomparsa di Paul Bocuse, l’inventore della Nouvelle cuisine. Aveva 91 anni.
Le “tre stelle” Michelin le ha potute vantare per più di mezzo secolo. Nato a Collonges-au-Mont-d’Or nel 1926, Bocuse ha iniziato l’attività nel ristorante di proprietà del nonno paterno, situato proprio nel piccolo comune dell’arrondissement di Lione, e da lì ha iniziato a costruire un impero valutato oltre 50 milioni di euro attraverso l’apertura di una decina tra ristoranti e brasserie nella zona di Lione, a cui si sarebbero aggiunte svariate consulenze tra Giappone, Stati Uniti e Svizzera.
Bocuse conquistò la prima stella Michelin nel 1958, la seconda nel 1962 e la terza nel 1965, e da allora non l’ha più persa. È stato inoltre il punto di riferimento di molti degli attuali chef transalpini di grido tra cui Ducasse, Robuchon e Savoy. Nel 1987 aveva inaugurato il Bocuse d’Or, forse il più prestigioso premio internazionale di cucina. Nel 1989 gli venne attribuito dalla guida dei giornalisti francesi Henri Gault e Christian Millau, firmatari della nouvelle cuisine, il titolo di “Cuoco del Secolo”, confermato nel 2011 dal Culinary Institute of America.
Aveva tre anni in meno Bruno Giacosa, venuto a mancare la notte tra domenica 21 e lunedì 22 gennaio all’ospedale San Lazzaro di Alba (Cuneo). Con lui se ne va una leggenda del Barolo e del Barbaresco. Fondatore dell’Azienda agricola Falletto e proprietario della Casa vinicola Bruno Giacosa, da alcuni anni aveva ceduto il comando delle operazioni alla figlia Bruna. Nel 2012 fu il primo imprenditore a ottenere la laurea honoris causa dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo nel 2012. Fu lui, negli anni Settanta del secolo scorso, tra i primi vignaioli delle Langhe a valorizzare i singoli vigneti realizzando i cru Barbaresco Asili e Barolo Vigna Rionda. Oggi l’azienda opera su venti ettari di proprietà e produce, in parte acquistando uve da conferitori esterni, circa 400 mila bottiglie l’anno.