Non sono solo le bollicine alcoliche made in Italy a giocare le proprie carte su scala internazionale. A discapito di uno scenario di mercato estremamente complesso e pieno di insidie, l’export italiano di acqua minerale – che è frizzante per l’89% (a valore) – ha infatti registrato a inizio 2022 una forte espansione.
Secondo le analisi del Mineral Water Monitor di Nomisma, dopo il timido +1% segnato nel 2021 (variazione a valore sull’anno precedente) a causa di una contrazione della domanda che ha interessato alcune delle principali destinazioni delle acque italiane (Usa su tutti), il primo trimestre di quest’anno evidenzia una forte ripresa, raggiungendo quota 154 milioni di euro (+33% rispetto allo stesso periodo del 2021).
In forte ripresa proprio l’export verso gli Stati Uniti (+46% nel primo trimestre 2022), mercato dove l’Italia detiene una market share del 36%, e nel Regno Unito (+77 per cento). Bene anche Germania (+12%) e Svizzera (+23%) mentre è stazionario l’export verso la Francia, il principale competitor per l’Italia.
Il mercato delle acque minerali sembra resistere alla congiuntura economica anche in Italia, nonostante l’inflazione spinga quasi un consumatore su tre a scegliere l’acqua minerale da acquistare per il consumo domestico in base a offerte e promozioni. Eppure l’espansione dei consumi non sembra arrestarsi: secondo i dati di NielsenIQ, le vendite nel canale off-trade italiano (iper+super+lsp+discount) hanno registrato una crescita del +6,4% in valore nel periodo gennaio-maggio 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.
Tuttavia, “i prossimi mesi potrebbero non essere rosei – si rileva nel report di Mineral Water Monitor – e diverse sono le incognite che incombono sul mercato a causa dell’attuale congiuntura economica. Si pensi non solo alla crescente inflazione, ma anche alle previsioni di consumo al ribasso degli italiani relativamente alla spesa per prodotti alimentari e bevande, soprattutto nel fuori casa. Tale calo si paleserà soprattutto nei mesi autunnali quando finirà l’effetto trainante di vacanze e turismo”.
Una prospettiva critica per l’horeca, che dopo la debacle del 2020 (causa lockdown) era tornata a crescere nel 2021, superando i 136 milioni di ettolitri (+4,9% rispetto al 2020).
In questo scenario, non si arresta la vendita in Italia delle acque funzionali, arricchite di vitamine e minerali, ma anche acido ialuronico o estratti di erbe e frutta. Nei primi 5 mesi del 2022 sono cresciuti in gdo di oltre il 20% in valore rispetto al 2021 (fonte NielsenIQ). “Sebbene rappresentino ancora una nicchia (meno dell’1% delle vendite in valore di acqua imbottigliata), le acque funzionali continuano a registrare tassi di crescita a doppia cifra e spicca il nuovo trend di consumo”, evidenzia Emanuele Di Faustino, senior project manager di Nomisma.