Dopo aver perso il 9,3% nelle vendite del primo trimestre, il colosso della birra Ab Inbev ha osservato un vero e proprio tracollo ad aprile, per effetto della chiusura di ristoranti e bar da parte dei governi di tutto il mondo. Il calo mensile è pari al 32% ed è stato accompagnato da una drastica riduzione della produzione in più stabilimenti collocati in diverse parti del mondo, come ad esempio in Messico dove viene prodotta la birra Corona, ma anche in Sudafrica e in Perù.
Tuttavia, nel comunicare i dati trimestrali, il gruppo ha precisato che escludendo la Cina, dove il lockdown era stato imposto già nel mese di gennaio, la flessione del trimestre sarebbe stata limitata al 3,6% anno su anno. Il calo in Cina era stato del 46,5% nel primo trimestre, mentre ad aprile si è limitato al 17 percento. In Brasile, secondo mercato del gruppo dopo gli Stati Uniti, il calo dei ricavi trimestrali è stato pari al 10 percento.
Distinguendo per marchi, le vendite di Budweiser, Stella Artois e Corona sono scese dell’11% a livello globale e del 17,5% al di fuori dei loro mercati domestici. È andata meno peggio a Molson Coors’ (-9%) e alla danese Carlsberg (-7.4%).
Le previsioni per il secondo semestre sono di sostanziale peggioramento a livello mondiale, con la sola eccezione della Cina che sta mostrando i primi segnali di recupero. Intanto, Ab Inbev ha espresso l’intenzione di ampliare il proprio servizio che richiede meno di un’ora per consegnare birra fredda ai clienti da locali chiusi.