La seconda edizione di Mapic Food si è chiusa ieri sera a Milano e la manifestazione dedicata agli operatori e alle catene della ristorazione commerciale, tenutasi in contemporanea con Mapic Italy, ha confermato la bontà della formula riuscendo ad attrarre circa 400 rappresentanti di insegna. In totale, considerando le due sezioni di Mapic presenti a Mico, l’affluenza è arrivata a quota 2.200 partecipanti provenienti da oltre 40 Paesi del mondo, a testimonianza di un carattere ormai internazionale dell’evento milanese. Intanto, proprio a Milano, l’organizzazione ha annunciato l’avvio di una nuova iniziativa che riguarderà Cannes, sede dell’International retail property market, dove il giorno prima dell’apertura di Mapic andrà in scena un evento dedicato al leisure, con l’obiettivo di soddisfare la forte richiesta del mercato nei centri commerciali e anche nei centri storici, inserendo nei contesti dello shopping attività di intrattenimento per rivitalizzare la scena del commercio.
A Mapic Food hanno partecipato alcuni tra i format di ristorazione più diffusi in Italia, con l’obiettivo di incontrare potenziali sviluppatori per la loro replicabilità anche all’estero. E come accadde anche nella prima edizione, l’offerta ha rispecchiato i trend in atto nel mercato, particolarmente orientata sulle caffetterie e sulle pizzerie passando per il comparto del gelato.
Al di là dei prodotti specifici, emerge il ruolo del food come strumento di aggregazione sociale all’interno dei centri commerciali e come strumento per allungare la permanenza dei clienti all’interno delle strutture, laddove i landlords vendono soprattutto ‘traffico’. “La richiesta dei nostri clienti è quella di trasformare un luogo di shopping in luogo di vita – ha dichiarato a Pambianco Wine&Food Francesco Pupillo, deputy director Mapic markets – e pertanto la ristorazione diventa un driver essenziale per ogni location. Ma il ristorante che funziona è un luogo dove il cliente può davvero provare un’esperienza unica e autentica. Il prodotto non basta più, perché con la crescita del food delivery occorre trovare una formula per convincere la gente a uscire di casa. Ed è questo fenomeno di mercato che ha costretto i brand a ripensare la propria offerta in chiave esperienziale”.
La ricerca del ‘wow effect’ nella ristorazione è stata al centro del dibattito e non soltanto all’interno degli stand. Ha avuto ampio spazio anche nei dibattiti e nelle conferenze che hanno arricchito il programma di Mapic Food con la partecipazione, tra gli altri, del co-fondatore di Noma a Copenaghen, Claus Meyer, dell’international managing director di wagamama, Brian Johnston, del global head del new business di Glovo, Vishal Verma, del managing director di Rothschild, Edward Duckett, del managing director di Dea Capital (che recentemente ha acquisito Alice Pizza), Andrea Bertoncello, del regional manager di The Fork, Almir Ambeskovic, e di altri esponenti di spicco della scena manageriale e finanziaria legata alla ristorazione.
In prospettiva, Mapic Food intende rafforzare la propria dimensione internazionale, manterrà la propria location all’interno di Mico e cercherà, nelle intenzioni degli organizzatori, di attrarre sempre più la comunità legata al food non limitandosi a marchi del retail, food operators e retail properties, ma anche ai fornitori della ristorazione.