La famiglia Cerea mette a segno un nuovo colpo nella ristorazione aziendale. Dopo aver conquistato con Vicook, la società specializzata creata per gestire questo specifico comparto, appalti importanti con società quali Gucci e più recentemente Davines, ora è la volta di Allianz e in particolare della mega-torre creata a Milano in zona CityLife, dove i Cerea sono entrati come unico fornitore del comparto food&beverage.
Per il gruppo italiano leader nell’alta ristorazione e senz’altro il più forte e organizzato in ambito catering e banqueting, si tratta di un passo in avanti anche nella ricerca di una diversificazione rispetto al business originario del ristorante di alta cucina, che pure continua a crescere. Oltre al tre stelle Michelin Da Vittorio di Brusaporto (Bergamo), con annesso relais La Cantalupa, i Cerea hanno da poco inaugurato il loro primo ristorante in Asia, precisamente a Shanghai. E i risultati, ha raccontato Enrico “Chicco” Cerea intervistato da Pambianco Magazine Wine&Food sul numero che uscirà a settembre, sono talmente buoni che lui stesso ha dovuto frenare gli entusiasmi della società partner rispetto alla volontà di aprire altri due locali a Pechino e Hong Kong. Intanto però si avvicina la data di apertura di Macao, dove Da Vittorio entrerà in Palazzo Versace. “Si parla del 2020 e sarà un impegno particolarmente importante. Stiamo già creando il gruppo di lavoro dedicato a Macao”, ha affermato Cerea. Senza dimenticare il locale stagionale creato a St. Moritz.
La crescita e la diversificazione del gruppo è passata inoltre attraverso l’accordo concluso con Esselunga per la pasticceria a marchio Elisenda, della quale Chicco si dice pienamente soddisfatto. “È un’operazione bella e interessante, che ci ha fatto crescere professionalmente, nata dalla stima reciproca tra mio padre Vittorio e Bernardo Caprotti, da sempre innamorato dei nostri dolci. Un giorno, mio padre già era mancato, Caprotti era a tavola con alcuni collaboratori: gli portammo dei babà e altri dessert, e lui disse: ‘se solo li potessimo avere in Esselunga, i vostri dolci…’. E noi gli rispondemmo: perché non ci proviamo? Da allora iniziò un lungo periodo di prova dal livello pazzesco: posso assicurare che abbiamo imparato più noi da loro che loro da noi”. Il passaggio successivo è stato quello legato al passaggio di una squadra di pasticceri da Brusaporto a Limito di Pioltello, sede di Esselunga, per la ricerca e la successiva industrializzazione del prodotto. “Il risultato credo sia davvero interessante, soprattutto in termini di rapporto qualità/prezzo. Stiamo servendo 70 negozi e cresciamo alla media di un paio al mese. Esselunga ha cambiato la zona della pasticceria per noi, creando le isole di Elisenda. Tra poco passeremo quota cento per poi, se tutto va bene, arrivare a 150 entro un anno e mezzo”, conclude Cerea.