Anno in rosso per Diageo che, secondo i dati preliminari dell’esercizio 2024 archiviato al 30 giugno scorso, ha disatteso le stime di profitto. Di tutta risposta le azioni del gruppo, ieri, giornata di pubblicazione dei dati, hanno toccato in apertura della Borsa il minimo dal 2020 di 2300 penny, a -9,7% dalla chiusura del giorno precedente.
L’azienda ha faticato a ripristinare la fiducia degli investitori dopo che, a novembre, un accumulo di scorte invendute in America Latina ha colto di sorpresa la società che ha dovuto emettere un profit warning. L’area, infatti, ancora oggi continua a essere in sofferenza per Diageo, riportando un calo del 21 per cento, “leggermente più marcato di quanto previsto dal gruppo, trascinando il fatturato e l’utile appena al di sotto delle aspettative degli analisti, con un calo rispettivamente dello 0,6% e del 4,8 per cento”, ha riportato Reuters.
Il fatturato nel periodo considerato ha registrato una decrescita dell’1,4% a 20,3 miliardi di euro, primo dato in negativo dal 2020. Alla performance dell’America Latina, si aggiunge “un impatto sfavorevole del tasso di cambio e un calo delle vendite nette organiche, parzialmente compensato da aggiustamenti per iperinflazione”, ha dichiarato il gruppo. Nonostante l’utile operativo sia aumentato dell’8% su base reported, a 6 miliardi di dollari, è risultato in calo del 5% su base organica.
Escludendo la regione Lac (Latina America & Carribean), “le vendite nette organiche sono cresciute dell’1,8%, guidate da una crescita resiliente nelle nostre regioni Africa, Asia-Pacifico ed Europa”, ha dichiarato l’amministratore delegato Debra Crew. Tuttavia, anche il Nord America ha riportato un dato negativo del 3%, “attribuibile a un contesto di consumatori cauto e all’impatto del rifornimento di scorte dell’anno precedente”, che “preoccupa” analisti investitori, essendo questa area la più importante del gruppo.
Nonostante l’AD abbia dichiarato di aver preso provvedimenti per risolvere i problemi nella regione Lac e oltre, “intraprendendo azioni per gestire i problemi di inventario, rafforzando le nostre conoscenze sui consumatori e ridistribuendo le risorse verso le migliori opportunità di crescita”, sembra che i presagi per il prossimo anno rimangano negativi. “Prevediamo che la pressione sul margine dell’utile operativo riscontrata nella seconda meta’ del 2024 persisterà nell’esercizio 2025. È difficile dire quando l’azienda potrà tornare al suo obiettivo a medio termine di una crescita annuale delle vendite tra il 5% e il 7%”, conclude Crew.
L’analista di Rbc Capital James Edwardes Jones – continua Reuters – ha dichiarato che questi dati non sono rassicuranti, visti gli avvertimenti delle altre società di consumo che indicano che la fiducia dei consumatori statunitensi è sotto pressione. Un esempio è quello di Campari che, nonostante abbia archiviato un primo semestre in aumento del 4,5%, ieri dopo la pubblicazione dei numeri ha toccato ribassi oltre il 3% in Borsa per poi chiudere la seduta a -2,82 per cento.