Cesarini Sforza continua a crescere. In chiusura d’esercizio al 31 maggio scorso, il marchio di spumantistica trentino, parte della cooperativa Cavit dal 2019, stima di aver archiviato il periodo con una crescita a doppia cifra di circa il 12% sui 7 milioni di euro di ricavi dell’esercizio precedente.
“Siamo soddisfatti di questo esercizio”, ha dichiarato a Pambianco Wine&Food Enrico Zanoni, direttore generale del marchio, che ha celebrato 50 anni dalla sua fondazione qualche giorno fa. “Stiamo crescendo da tre anni di seguito. Inoltre, indicativamente nel periodo 2023-2024 abbiamo superato il milione di bottiglie vendute”.
Ora il focus è puntato sulla crescita dei canali di vendita: la grande distribuzione occupa il 70%, mentre l’Horeca il 30 per cento. “Le linee di prodotto dedicate ai due canali sono completamente diverse, dalle etichette alle caratteristiche tecniche”, aggiunge Zanoni. “Il nostro obiettivo è far crescere in modo equilibrato sia i volumi che il valore unitario”.
Nello specifico, “riteniamo che l’Horeca sia sottoperformante, dunque stiamo lavorando sulla rete vendita e sulla formazione degli agenti, avendo anche come benchkmark il marchio Altemasi (che fa parte sempre del gruppo Cavit e che genera l’85% delle vendite in Horeca e la restante parte in Gdo, ndr)”. Inoltre, negli ultimi tre anni “abbiamo investito due milioni sul sito produttivo per garantire ancora più qualità dal confezionamento”.
L’export per il marchio ha un peso marginale, di circa il 4 per cento. “Non abbiamo attuato una strategia specifica per svilupparlo, riteniamo di avere ancora importanti spazi di crescita sul mercato domestico”, conclude il DG.