Continua la crescita per Tassoni. La realtà lombarda, parte del Gruppo Lunelli dal 2021, stima di aver archiviato il 2023 con 13 milioni di euro di fatturato, contro i 12 milioni del 2022. “A contribuire alla crescita sono stati diversi fattori: abbiamo svecchiato il brand cambiando posizionamento e portando in campo una nuova comunicazione, un nuovo packaging e nuove ricette”, ha dichiarato Simone Masè, AD di Tassoni e direttore generale del Gruppo Lunelli, a Pambianco Wine&Food.
A livello di canali di vendita, storicamente la grande distribuzione ha sempre prevalso sull’Horeca. Tuttavia, “da quando è entrato Gruppo Lunelli nel 2021 – continua Masè -, abbiamo portato un bilanciamento più equo verso il canale Horeca, perché crediamo che la costruzione di un brand debba passare prima di tutto da questo canale”. Ad oggi i due canali pesano entrambi circa il 50% e a loro si affianca anche una piccola percentuale di e-commerce “che abbiamo aperto da poco”.
Oltre alla storica cedrata, gli altri prodotti in portfolio che stanno accelerando sono le toniche, “di cui abbiamo lanciato due gusti, una ‘basica’ usata principalmente dai barman e l’altra al cedro”; il gin, “con un andamento davvero sorprendente”; ginger beer; chinotto; e sciroppi.
Per l’anno in corso, l’azienda nata a Salò a metà del 1700 “vuole continuare a farsi conoscere”, afferma l’AD. “Attiveremo alcune piazze italiane durante l’estate dove distribuiremo Tassoni ai passanti per incuriosirli e trasformarli in futuri clienti. È un’attività in cui crediamo molto”.
Le difficoltà di vendita risiedono per di più all’estero. “Se in Italia la cedrata è il prodotto più riconosciuto sul mercato, immediatamente abbinabile al marchio Tassoni, che apre la strada alla vendita di altri prodotti come toniche, gin e sciroppi, all’estero funziona al contrario. Gli altri Paesi non conoscono la cedrata, dunque dobbiamo entrare prima con prodotti più ‘familiari'”, conclude Masè.