Obiettivi ambiziosi e nuove acquisizioni costellano i primi mesi dell’anno di Prosit Group. La realtà nata nel 2018, guidata da Sergio Dagnino e partecipata dal fondo Made in Italy Fund di Quadrivio&Pambianco, ha lanciato sul mercato il nuovo marchio di vini Della Gherardesca in partnership con il Conte Gaddo Della Gherardesca.
Nello specifico dell’operazione, “noi abbiamo un contratto di licenza mondiale, produttiva e distributiva sui vini Della Gherardesca, che sono nati in tutto e per tutto dalla nostra partnership con il Conte Gaddo”, ha dichiarato Dagnino a Pambianco Wine&Food. “Anche se non si tratta dell’acquisizione di una cantina, ma della creazione di un brand, di fatto rappresenta il sesto tassello che aggiungiamo al nostro portfolio”.
Portfolio che vede attualmente cinque cantine in diverse regioni d’Italia: la toscana Cantina di Montalcino, la pugliese Torrevento, l’abruzzese Nestore Bosco, la veneta Collalbrigo e la piemontese Casa Vinicola Caldirola. A ciò si aggiunge l’entrata nel capitale di Votto Vines, realtà americana che importa, commercializza e distribuisce diverse tipologie di vino provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’Italia.
Tornando ai vini Della Gherardesca, le quattro etichette della gamma – un Bolgheri Rosso Doc 2022, un Toscana Rosè Igt 2023, un Vermentino Toscana Igt 2023 e un Brunello di Montalcino Docg 2019 – verranno vendute in Horeca, nel punto vendita di Montalcino “che comprende già una gamma di vini delle nostre altre cantine”, e all’estero.
In generale, il 2023 per Prosit “è stato un anno complesso, ma siamo riusciti a far crescere l’ebitda, arrivando a 5,8%, con un miglioramento di quasi un punto percentuale sul 2022”, continua Dagnino. “Il fatturato ha raggiunto 77,2 milioni di euro, in leggero calo sullo scorso esercizio perché abbiamo tagliato alcune linee che non ritenevamo strategiche, ma l’obiettivo entro il 2025 è di raggiungere 150 milioni di euro di ricavi consolidati”.
Il gruppo, inoltre, nello scorso anno ha completato il restyling della linea Torrevento “progetto su cui stiamo lavorando da quando abbiamo preso in mano l’etichetta, per poi seguire il restyling della Cacciatora, la gamma ‘daily’ della cantina Caldirola, che vende soprattutto in Gdo”.
Oggi la prevalenza delle vendite avviene in Horeca, mentre la percentuale della Gdo è ancora piccola “perché le cantine non ci lavoravano quando siamo entrati, le stiamo introducendo noi. A parte l’azienda Caldirola che opera 50 e 50 in entrambi i canali, tutte le altre operano prevalentemente in Horeca”.
L’estero conta circa il 60% per la società, con la Germania sul podio, che da sola archivia 8 milioni di euro di fatturato “e che considero il mercato più importante perché conoscono veramente bene i vini italiani”, seguita dagli Stati Uniti, dove “nel 2021 abbiamo acquisito l’importatore Votto Vines, che ci serve per avere più forza commerciale diretta sul mercato”. Altri mercati rilevanti per il gruppo sono Inghilterra e, più in generale, Europa dell’Est. “Nel modello Prosit anche le acquisizioni servono a integrare il portafoglio: non solo in termini di prodotto, ma anche di mercati”.
Ma Prosit non si ferma qui. All’orizzonte si profilano nuove acquisizioni, tre nello specifico. “Possiamo dire che qualcosa bolle in pentola in Piemonte, a nord-est e al sud”.