La 2023 è stata un’annata difficile per il Consorzio Montecucco. Ciò è dipeso da “una minor produzione rispetto al potenziale – come spiegato a Pambianco Wine&Food dal presidente Giovan Battista Basile – ma, nonostante ciò, abbiamo reagito bene e siamo soddisfatti”. Il giro d’affari della denominazione, secondo le previsioni, seguirà i numeri dello scorso anno attestandosi sui 15 milioni di euro per un milione di bottiglie vendute.
Il Consorzio Montecucco riunisce 68 aziende per circa 500 ettari a denominazione e “l’azienda media che ne fa parte è famigliare, avendo a disposizione dai sei agli otto ettari con una produzione di circa 20mila-40mila bottiglie”, spiega Basile.
In questo contesto è l’estero che domina le vendite arrivando a pesare circa il 60% contro il 40% del mercato domestico. I principali Paesi, oltre all’Europa, sono Nord America, con Usa e Canada, e Giappone. Le dimensioni famigliari delle cantine appartenenti al consorzio “non ci permettono di avere distributori nazionali in Paesi come gli Stati Uniti, ma abbiamo almeno due o tre aziende che li hanno, diffondendo così il nome della denominazione in tutto il territorio”, continua il presidente. “Ovviamente un mercato assorbe meglio il prodotto se ci sono quantità maggiori a disposizione. Pertanto uno dei nostri obiettivi è riuscire ad aumentare la produzione, pur continuando a rappresentare un mercato di nicchia”. E infatti, “stiamo aspettando che vengano formalizzate le variazioni al disciplinare così da poter vinificare fuori zona, sperando che ciò ci porti ad incrementare la produzione di imbottigliato di Montecucco”.
Ad oggi, l’85 % di Montecucco Sangiovese Docg è certificato bio nell’etichetta e, da gennaio, l’areale sarà ufficialmente riconosciuto come distretto biologico. “Abbiamo lavorato per un anno a questo progetto”, spiega il presidente. “ColleMassari, ovvero la più grande azienda produttrice del consorzio, è stata la capofila per creare le condizioni del biodistretto, lavorando insieme ad associazioni e agricoltori. Ottenere il riconoscimento significa poter accedere a tutta una serie di vantaggi, come poter dedicare più progetti al biologico, focalizzarci su sviluppi agronomici, tecnologici e di ricerca, oltre a poter fare gruppo. Infatti, il progetto non riguarderebbe solo la produzione di vino, ma anche altri prodotti, a partire dall’olio”.