C’è fermento nella Champagne che, nel giro di una settimana, si è resa protagonista di due importanti operazioni. La prima è rilevante in quanto riguarda anche l’Italia e vede Scacciadiavoli, cantina umbra con sede a Montefalco (Perugia), acquisire il marchio di champagne Marie Clugny, basato nel villaggio di Cramant, nel cuore della Cote des Blancs, a nove chilometri da Epernay.
La famiglia Pambuffetti, grazie al team enologico di Scacciadiavoli, che in Italia si occupa della spumantizzazione del Sagrantino, si dedicherà quindi a una produzione numerata e limitata di quattro referenze della tipica bollicina francese: Tradition Brut, Blanc de Blancs Brut, Blanc de Blancs Zero Dosage e Blanc de Noirs Brut.
Questa famiglia si accoda quindi ad altri produttori italiani che hanno deciso di andare Oltralpe per produrre champagne. Tra questi si ricordano, per esempio, l’imprenditore piemontese Alberto Massucco, Enrico Baldin con il progetto Encry e Hausbrandt con il brand Martin Orsyn, per citarne alcuni.
La seconda operazione riguarda invece due player francesi già attivi nel territorio francese. Dopo le trattative avviate la scorsa primavera, Artémis Domaines, divisione dedicata al mondo vino della holding appartenente alla famiglia Pinault, già azionista di controllo del gruppo Kering (Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta), ha infatti ceduto alla cooperativa Terroirs et Vignerons de Champagne (Tevc) lo Champagne Henriot. Tevc conta già a portafoglio lo champagne Nicolas Feuillatte.