La ritrovata convivialità unitamente al trend sostenuto dei consumi a casa spingono i conti di Campari Group, tanto nei nove mesi quanto nel solo terzo trimestre dell’anno. Da inizio anno al 30 settembre scorso, la realtà cui fanno capo brand quali Aperol, Campari, Sky Vodka, Cynar, ha registrato vendite nette pari a 1,6 miliardi, con una variazione organica pari al +27,3% rispetto ai primi nove mesi 2020 (variazione totale pari al +22,9 per cento). Rispetto ai primi nove mesi del 2019, la crescita organica è stata pari al +24 per cento. Considerando invece il terzo trimestre, la crescita è stata pari a +12,8 per cento, del +27,3% rispetto al terzo trimestre del 2019.
“Nei primi nove mesi del 2021 – spiega il CEO Bob Kunze-Concewitz – abbiamo registrato una performance molto sostenuta con crescite a doppia cifra nelle geografie e marchi chiave nonché in tutti i principali indicatori di vendite e profittabilità. I trend positivi registrati nei primi mesi dell’anno sono proseguiti nell’estate, la stagione chiave per il canale on-premise. Le ragioni di questa performance sono ascrivibili alla ripresa del canale on-premise grazie alla ‘revenge conviviality’ e a un trend sostenuto dei consumi a casa”.
A livello geografico, le vendite nell’area Americhe (42% del totale) sono cresciute a livello organico del +28,0% (+22,9% rispetto ai primi nove mesi del 2019). E il mercato principale del gruppo, gli Stati Uniti, ha mostrato una performance “molto positiva” di +23,4% (+23,7% rispetto 2019), con un andamento sostenuto nel terzo trimestre (+12,3% rispetto a 2020, +21,8% rispetto a 2019). La crescita è stata poi registrata anche nell’area Sud Europa, Medio Oriente e Africa (30% del totale, + 31,9% su 2020 e +16,4% rispetto a 2019) e in Asia-Pacifico (8% del totale, +30,4% su 2020 e +36,5% su 2019).
Il mercato italiano, dove resta predominante il canale on-premise, ha registrato un +29,6% (+14,6% rispetto a 2019). “Brand chiave come Aperol, Campari e Campari Soda sono cresciuti a doppia cifra, mentre Crodino ha registrato una crescita sostenuta a cifra singola”. Inoltre, “nonostante la base di confronto molto difficile (+35,4% nel terzo trimestre 2020), la performance dell’area nel terzo trimestre è positiva (+1,3%) grazie al forte slancio dei marchi, alle condizioni climatiche favorevoli, all’effetto staycation e alla ‘revenge conviviality”.
Il margine lordo, nei nove mesi, è stato di 961 milioni, contro i 761 dello scorso anno, mentre l’utile prima delle importe rettificato è stato di 343 milioni, contro i 220 del 2020.
Per quanto riguarda le prospettive per il resto dell’anno “prevediamo che la dinamica positiva dei brand e il mix di vendite favorevole continuino nell’ultimo trimestre, contribuendo a compensare parzialmente l’intensificarsi della pressione sui costi dei materiali e sui costi logistici, i maggiori investimenti in brand building e il phasing dei costi di struttura”.
Invece, “guardando oltre l’anno in corso, sebbene permanga incertezza in relazione all’evoluzione della pandemia e ai suoi effetti indotti come le tensioni logistiche e la crescente pressione sui costi dei materiali, benché mitigata dal miglioramento delle prospettive per i costi di acquisto dell’agave, rimaniamo fiduciosi sul solido andamento del nostro business”.
Negli scorsi giorni, Campari ha inoltre aperto il capitale ai suoi 4mila dipendenti, in 90 Paesi del mondo, 400 dei quali nella sede di Sesto San Giovanni, lanciando un piano di azionariato diffuso che permette a chi aderisce di scegliere se ricevere l’1, il 3 o 5% dello stipendio lordo in azioni.
A luglio invece, il gruppo ha fatto squadra con Moët Hennessy per formare una joint venture 50/50 al fine di creare un player paneuropeo premium nel canale e-commerce di wine&spirit attraverso l’enoteca online Tannico.