Nel 2023 l’Italia ha perso il primato produttivo a favore della Francia per la prima volta dal 2015. Nello specifico, il Belpaese ha registrato un calo del 23% nella produzione, passando da 49,8 nel 2022 a 38,3 milioni di ettolitri. Secondo il report Rome Business School, nel periodo considerato, la Francia ha rappresentato il 18% della produzione mondiale, l’Italia il 15% e la Spagna l’11 per cento.
Le regioni più colpite da un calo della produzione vitivinicola sono state l’Abruzzo (-41%), la Campania (-42%) e le Marche (-40%). Al nord, il Piemonte ha registrato un calo del 20%, mentre il Veneto ha prodotto 10,6 milioni di ettolitri, un 4% sopra la media decennale ma un 10% sotto il 2022. Nonostante questi dati negativi, “Coldiretti sottolinea che la minore produzione riflette una scelta di qualità, con il 70% delle bottiglie italiane destinate a Docg, Doc e Igt, grazie alle 635 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto alla Francia”.
Guardando, invece, all’anno in corso, i dati sembrano essere ottimisti per l’estero. Nel primo quadrimestre 2024, le esportazioni di vino italiano hanno registrato una crescita del 7%, raggiungendo i 2,53 miliardi di euro e si stima che l’export continuerà a crescere a un ritmo medio del 2,9% annuo fino al 2026, superando gli 8,5 miliardi di euro. Bene i risultati delle principali categorie di vino: gli spumanti hanno segnato un +7,3% in valore e un +10,7% in volume, i vini fermi imbottigliati sono cresciuti del 2,7% in valore e del 3,5% in volume, mentre i vini frizzanti hanno avuto un incremento ancora maggiore con +12,2% in valore e +16,8% in volume.