Sebbene nel 2023 i consumi globali di prodotti alcolici abbiano subito un andamento ‘piatto’, e in alcuni casi anche negativo (soprattutto per il vino), le prospettive per il futuro sembrano più rosee. Secondo la fotografia scattata dell’azienda di analisi dati Iwsr, la ripresa ricomincerà nel 2025 “fino a raggiungere entro il 2028 un cagr del +1% con la principale crescita a valore proveniente da India, Cina e Stati Uniti, che insieme dovrebbero aggiungere 30 miliardi di dollari (circa 27 miliardi di euro) di valore incrementale”, fa sapere lo studio. I due mercati successivi con il maggior valore aggiunto saranno il Brasile e il Messico.
“L’attuale spostamento dell’asse di crescita verso mercati in via di sviluppo comporta una maggiore esposizione al rischio d’impresa”, ha dichiarato Emily Neill, COO research and operations di Iwsr. “Le aziende devono riorientare le loro strategie globali per puntare a nuove opportunità di crescita. L’espansione tra le categorie e l’impronta geografica saranno sempre più importanti”.
Tornando all’analisi, per il vino si prevede tuttavia ancora un andamento negativo, con un cagr a volume del -1% e una performance a valore piatta. La situazione generale di crisi in cui versa la categoria “è risollevata dal forte appeal del rosé premium in mercati chiave come gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Australia”. La situazione migliora per gli spirits che, secondo Iwsr, continueranno ad avere una crescita “contenuta”, con un cagr previsto per il periodo pari a +1% a volume e +2% a valore.
L’andamento risulta positivo anche per i ready-to-drink, che, dopo aver registrato una crescita a volume del 2% e una a valore del 6% nel 2023, si stima continuino questo percorso in crescita con un cagr del +3% sia a volume che a valore al 2028. Bene anche, e soprattutto, i consumi di analcolici, che nel 2023 hanno registrato incrementi significativi in tutte le categorie: birra analcolica (+6%), vino fermo/spumante (+7%) e spirits analcolici (+15 per cento).