Crescono le donne bevitrici, scende la fruizione quotidiana, rimangono stabili gli affezionati over 65. È questa la fotografia dei consumi di vino in Italia scattata dall’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) su base Istat. Secondo le stime, nel 2023 sono stati consumati 23 milioni di ettolitri da parte di 29,4 milioni di consumatori, in linea con il 2022 e pari al 55% della popolazione.
Focalizzandosi sui consumatori emerge come questi siano al 58% maschi e al 42% femmine. La domanda di queste ultime è cresciuta del 10% negli scorsi 12 mesi, a fronte di una flessione maschile pari al 3 per cento.
Lo scorso anno i consumatori quotidiani, che bevono vino regolarmente, sono scesi a 11,7 milioni (400mila in meno rispetto l’anno precedente e in calo di un tasso Cagr del 2% dal 2011) mentre quelli ‘non quotidiani’ sono stati 17,7 milioni, rappresentando così il 60% del totale, contro il 48% di 12 anni prima.
In termini generazionali, i consumatori quotidiani vedono una progressiva erosione – che va dal -20% al -50% – per tutte le fasce comprese tra i millennials (24-44 anni) e i 65enni, che nel complesso rappresentano il 56% dei consumatori della categoria. Di contro, gli over 65 rappresentano “una roccaforte” che da sola vale circa il 40% dei consumatori abituali. La Gen X (ragazzi fino a 24 anni) rappresenta oggi il 4,4% dei consumatori quotidiani (circa la metà della loro incidenza sulla popolazione italiana).
A livello geografico, l’Emilia-Romagna è la regione con la maggior quota di consumatori in base alla popolazione (61,3%), seguita dalla Valle d’Aosta (60,5%), dalla Toscana (60,4%) e dal Veneto (59,8%). È la provincia di Trento l’area che registra la maggior crescita di consumatori (+11%), mentre la Basilicata riporta la maggior contrazione (-9%). Tra le macro regioni, primeggia il Nord-Est con un’incidenza al 59,4%, seguito da Centro (57,4%), Nord-Ovest (56,7%), Mezzogiorno (51,1%), e Isole (46,8%).
“Le nuove rilevazioni Istat confermano una volta di più lo straordinario rapporto degli italiani con il vino: cambiano le abitudini, ma probabilmente l’attuale approccio è ancora più stimolante rispetto alle motivazioni di un tempo”, commenta Lamberto Frescobaldi, presidente di Uiv. “Oggi la domanda è maggiormente legata al piacere e alla condivisione che non all’abitudine, e questo penso sia una prova di maturità importante che conferma come il vino sia sinonimo di moderazione”.