Inizio anno a due velocità per il vino italiano negli Stati Uniti, primo mercato per l’export di vino tricolore che nel 2023 ha registrato vendite nel Paese per quasi due miliardi di euro. Nel primo trimestre 2024, infatti, le importazioni hanno segnato una timida crescita pari al 2,6% a 508 milioni di dollari (circa 472 milioni di euro) e un +1,1% in termini di volumi. Il dato complessivo registra una regressione a marzo rispetto al primo bimestre, che si era chiuso con un +3% di bottiglie dirette negli Usa.
Di contro, però, calano i consumi di vino italiano che, secondo l’Osservatorio Uiv su base SipSource che misura le vendite nel 75% degli esercizi commerciali statunitensi, nel Q1 hanno riportato una flessione a volume del 9,5% (-13% nel solo mese di marzo). Il calo riguarda tutte le tipologie di prodotto tricolore: bianchi (-11,5%), rossi (-8%) e spumanti (-6 per cento). Tra le principali denominazioni, riportano cali in doppia cifra Barolo, Chianti Docg, Pinot Grigio, Prosecco. Risultano invece stabili i consumi di Asti Docg, in leggera crescita quelli di Chianti Classico e in ascesa a due cifre quelli di Brunello di Montalcino.
“La speranza è che si possa arrestare un avvitamento figlio di un mix di fattori congiunturali e strutturali, e il refill di ordini di inizio anno può essere un buon segno a patto che i consumi sostengano gli ordini”, ha detto il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti.
“Un fattore determinante per il medio-lungo periodo – prosegue Castelletti – è quello della promozione, con i fondi Ocm che restano strategici per un mercato ancora ad alto potenziale come gli Stati Uniti. Il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare è in fase di presentazione del nuovo bando con grande anticipo rispetto agli anni passati e questo di per sé è un’ottima notizia per le imprese del vino”.
L’Italia, in ogni caso, non è l’unico Paese del vino a patire le fluttuazioni statunitensi. Fatta eccezione per il Cile, i cui consumi sono in rialzo del 6,5%, risultano in calo Spagna (-4,4%), Germania (-5,8%), Francia (-10,3%) e gli stessi vini Usa (-11,3 per cento).