A fine aprile il mercato secondario dei fine wine torna negativo con l’indice Liv-ex Fine Wine 100, il benchmark del settore, in calo dell’1,3%, dopo il leggero rialzo dello 0,4% registrato a marzo. Prosegue invece il momento positivo per i vini italiani con il sotto-indice Italy 100 che, a differenza degli altri indici in territorio negativo, chiude con un incremento dello 0,7 per cento. I vini da investimento italiani che compongono l’indice Liv-ex Italy 100 hanno evidenziato una costante stabilità distinguendosi rispetto agli altri sotto-indici del Liv-ex 1000, paniere che tiene traccia di 1000 vini di tutto il mondo. A conferma del momento positivo, dall’inizio dell’anno l’indice dei vini italiani ha registrato il miglior andamento, con una flessione marginale dello 0,2% rispetto ai cali decisamente più consistenti evidenziati dagli altri sotto-indici come il Burgundy 150 (-7,0%), il Rhone 100 (-5,4%) e il Rest of the World 60 (-4,7%).
I top performer italiani
Bruno Giacosa Barolo, Falletto Le Rocche del Falletto di Serralunga d’Alba Riserva 2000 è stato il top performer di aprile, con un aumento del 20,5%, ed è stato scambiato a 6.508 sterline (circa 7.566 euro) con 12 bottiglie da 75cl. Tra i migliori dell’Italy 100 anche quattro Super Tuscan: Masseto, Toscana 2017 e 2015, in crescita rispettivamente del 7,4% e del 6%, così come Solaia 2015 (+6,9%) e Sassicaia 2017 (+6,1 per cento).
Negli ultimi dodici mesi tutti gli indici Liv-ex sono negativi con percentuali che raggiungono il 19,6% per il Burgundy 150 e il 19% circa per il Rhone 100 mentre a ‘salvarsi’ con un calo limitato al 4,8% è sempre l’Italy 100.
Come più volte affermato l’investimento in fine wine è da considerarsi in un’ottica a medio lungo termine e in questo situazione per vedere valori positivi e in crescita si deve osservare a un arco temporale di cinque anni e tra i migliori troviamo l’indice Champagne 50 in crescita del 45,5%, l’Italy 100 con un aumento del 31,2% e il Burgundy 150 con un incremento del 25,2%, mentre il Bordeaux Legends 40, che segue l’andamento dei prezzi di una selezione di 40 vini di Bordeaux di annate eccezionali (a partire dal 1989), è cresciuto solo del 3,3% negli ultimi cinque anni. Il peggiore, invece, è il Rhone 100 con un calo del 5 per cento.
Il primo trimestre 2024
Uno sguardo all’andamento del primo trimestre mostra che l’Italia ha prodotto alcuni dei vini più performanti e più scambiati e continua ad essere la regione più stabile in termini di rendimenti. I vini da investimento italiani hanno dimostrato il loro valore durante la correzione del mercato anche se non sono rimasti indenni, ma relativamente resistenti al malessere del mercato. Nel Q1, cinque dei dieci vini più performanti erano Super Tuscans.
L’andamento del benchmark Liv-ex Italy 100, con una variazione marginale negativa dello -0,8% nel primo trimestre, si è aggiudicato il titolo di indice più performante a livello regionale e nei cinque anni la crescita media è stata del 30,1%, ovvero seconda solo a quella dello Champagne. I vini piemontesi sono stati i migliori per prezzo nel 2023 e i Super Tuscans hanno avuto un primo trimestre più forte, dimostrando entrambi il loro valore in un portafoglio diversificato. Secondo l’analisi di Vin-x, una delle principali società di investimento nel settore vinicolo del Regno Unito, gli scambi sono stati favoriti da un’uscita regionale. Il Sassicaia 2021 da 100 punti è entrato sul mercato a febbraio con un prezzo più alto rispetto ai compagni del 2018 e del 2020. Gli investitori in cerca di valore hanno cercato le annate più vecchie, alimentando la crescita dei prezzi. Il Sassicaia 2020 è stato il secondo vino più scambiato in termini di valore nel primo trimestre, soprattutto per il suo prezzo (2.250 sterline) inferiore a quello di lancio pari a 2.400 sterline di un anno fa, a causa delle dinamiche generali del mercato.