Sarzi Amadè, distributore di vino e spirits fondato nel 1966 da Nicola Sarzi Amadè, ha archiviato il 2023 con un fatturato di 12,7 milioni di euro, in lieve aumento sui 12,5 milioni dell’anno precedente, chiuso inoltre con un utile di 1,5 milioni (in linea con il 2022).
“Abbiamo chiuso l’esercizio con una crescita decisamente inferiore rispetto ai due anni precedenti”, racconta a Pambianco Wine&Food Alessandro Sarzi Amadè. “C’era la consapevolezza che si stava per affrontare un anno difficile tra guerre, inflazione, tassi di interesse, e così è stato. Abbiamo dovuto mettere in atto più iniziative rispetto al 2022”. Inoltre “ha influito la carenza di bottiglie di fascia alta e altissima, soprattutto della Borgogna. Se le avessimo avute a disposizione, ci avrebbero consentito una crescita del 17 per cento. Ma siamo comunque soddisfatti perché siamo sopra i risultati del 2019 (chiuso a 8,4 milioni di euro, ndr)”.
Il portafoglio vino – che ricopre il 95% dell’offerta complessiva del distributore – è “fortemente sbilanciato sulla Francia e soprattutto sulle regioni Borgogna e Bordeaux, ma anche Alsazia, Champagne, Valle del Rodano”, spiega Sarzi Amadè. “Ma negli ultimi dieci anni abbiamo notevolmente incrementato l’Italia e oggi siamo, rispettivamente, su un 70-30% circa a cui si aggiungono altre piccole regione mondiali”.
Per quanto riguarda l’Italia, “cerchiamo di avere un portafoglio completo delle zone di rifermento, spaziando dall’Alto Adige alla Sicilia. Possiamo considerarci coperti un po’ ovunque anche se vorremmo incrementare l’offerta in Friuli”.
Gli spirits, invece, comprendono i distillati classici – come il Bas-Armagnac Domaine Tariquet – con una focus sulla fascia alta e altissima destinata a hotellerie di lusso, ristoranti gourmet, gastronomie qualificate.
E per quanto riguarda il 2024? “Considerando le difficoltà incontrate nel 2023 non escludo possa essere un’annata meno difficile, ma non per questo semplice”.