Bene – se non benissimo – l’alto di gamma e quote di mercato costantemente in crescita a livello di brand. È la fotografia, a tinte decisamente brillanti, scattata da Laurent-Perrier Italia durante l’incontro per presentare la nuova ‘iterazione’ – la numero 26 – di Grand Siécle, cuvée de prestige realizzata dalla Maison con sede a Tours-sur-Marne e fondata nel 1812.
“Merito anche del nostro modello di business”, ha puntualizzato a Pambianco Wine & Food Stefano Della Porta, direttore commerciale della filiale italiana di Laurent-Perrier (una delle sette presenti nel mondo) che si occupa della distribuzione in esclusiva dei suoi champagne sulla Penisola dal 2014, quando a Bologna è stata fondata insieme a Luigi Sangermano, socio della Joint venture e CEO di Laurent-Perrier Italia. “È stata una scelta vincente quella di fondare una filiale in Italia. Nei momenti di grande stress ci consente di avere più flessibilità grazie ai collegamenti diretti con la Maison: le allocazioni vengono ridiscusse secondo l’andamento di mercato con le altre filiali e questo è fondamentale”.
Nel 2022, la cantina francese ha infatti superato abbondantemente le 450 mila bottiglie vendute e ha archiviato l’anno fiscale, chiuso a marzo di quest’anno, con ricavi pari a 16 milioni di euro (+14 per cento). Per quanto riguarda il 2023, il periodo si sta confermando ancora positivo a valore e con una sostanziale tenuta sul fronte dei volumi, superiori al 2021 e solo lievemente inferiori all’anno scorso.
“Ci premia non tanto l’aumento dei prezzi, che sicuramente c’è stato come per tutti, quanto il miglioramento del mix delle vendite”, continua Della Porta. “A volume la cuvée brut rappresenta sempre il cuore del nostro mercato, pari a circa il 60%, anche se Laurent-Perrier ne vende meno di altri perché abbiamo un Rosé molto importante che pesa circa il 20% dei volumi”. Cresce, invece, anche più del 2022, la Grand Siècle, la cuvée de prestige della Maison, non millesimata come invece è tipico in questa fascia di mercato, e nonostante questo particolarmente amata dai consumatori italiani, tanto che percentualmente l’Italia rappresenta il secondo mercato dopo il Giappone.
“È cresciuta la conoscenza da parte del mercato italiano, grazie anche un importante lavoro fatto negli ultimi anni”, spiega Edouard Cossy, global director Grand Siècle. “Tutti hanno preso la strada dei millesimati: secondo noi, invece, l’annata perfetta non esiste e quindi sta all’uomo trovare il giusto equilibrio con l’arte dell’assemblaggio di più annate”. Anche nel caso dell’alto di gamma: l’iterazione N° 26 di Grand Siècle, attualmente in commercio, segue una ricetta ormai consolidata da tempo che prevede l’assemblaggio in maggioranza di Chardonnay insieme al Pinot Nero di tre annate differenti, in questo caso il 65% di 2012, il 25% di 2008 e un restante 10% di 2007, con una sosta di almeno 10 anni sui lieviti prima della commercializzazione.
L’Horeca è naturalmente il canale di distribuzione più importante e fondamentale di Laurent-Perrirer in Italia, al netto di una sostanziale sola eccezione nel caso della Gdo, che risponde al nome di Esselunga. “È un’insegna che ha sempre puntato sulla qualità: noi non abbiamo ostracismi di canale, ma è necessario che il prodotto venga proposto nella maniera giusta e l’assortimento di Esselunga va assolutamente incontro a questa esigenza. Serviamo anche altre realtà della Gdo solo quando non c’è, in specifiche zone, la presenza di dettaglio specializzato”.
E a proposito di diffusione territoriale, Milano in primis e poi a seguire Roma si confermano due piazza fondamentali per Laurent-Perrier, così come le province lungo la via Emilia, storica enclave amante delle bollicine, anche se è cresciuto costantemente tutto il Centro-Sud. “Quello che abbiamo seminato negli ultimi anni ci ha premiato”, conclude Della Porta. “Nelle zone del Sud Italia dove ci sono un turismo e una ristorazione di qualità noi ci siamo: dalla Costiera Amalfitana alla Puglia, da alcune zone della Sicilia al basso Lazio, come Ponza e Terracina”.