Nuovo amministratore delegato, nuove strategie per Domori. Janluca de Waijer, nominato a inizio ottobre, ha infatti tenuto il suo primo Cda per il brand parte del gruppo Polo del Gusto e, in occasione dell’incontro, ha resto note le prospettive per il 2023: ricavi a circa 29 milioni di euro (in crescita sui 27,8 milioni del 2022) e un utile netto “in linea con le attese”, come si legge sul Corriere della Sera (contro i 474 mila euro dell’anno scorso).
“Oggi l’estero vale il 40% del fatturato e l’Italia il 60%”, sono le parole dell’AD riportate dal quotidiano italiano. “Vogliamo invertire la proporzione facendo crescere entrambi. L’obiettivo del piano industriale 2023-2028 è raddoppiare i ricavi a circa 60 milioni”.
Un obiettivo che il marchio di cioccolato punta a raggiungere anche tramite l’ingresso nella grande distribuzione, canale che va ad aggiungersi a quello professionale, all’Horeca, al retail e all’online . “Abbiamo lanciato a inizio ottobre una gamma specifica di prodotti con Esselunga, con il blend criollo che è il nostro cavallo di battaglia”, afferma de Waijer. “Contiamo di allargarci ad altre insegne, anche all’estero”. Il brand vuole inoltre intensificare la propria presenza retail tramite il “rafforzamento della rete distributiva con il raddoppio a 10mila punti vendita”.
Attualmente la produzione annua dichiarata nel nuovo impianto piemontese di None (Torino) è di 1.200 tonnellate di cioccolato e l’intenzione è triplicare i volumi in cinque anni. “Abbiamo investito 15 milioni nello stabilimento più una decina di milioni sulle nuove linee automatizzate”, afferma l’AD. “A gennaio entreremo nei nuovi uffici. La produzione dovrebbe partire a fine 2024 ed entrare a regime nel 2026. Tre i canali di distribuzione: le tavolette, i sacchi con le gocce di cioccolato per i pasticceri e il food service, le specialità dal gianduiotto alle praline”. La produzione verrà mantenuta in Gran Bretagna per le controllate Prestat e Rococo.