Il 2022 segna per Pellegrini una crescita di fatturato e numero di bottiglie vendute. L’azienda di Cisano Bergamasco, attiva nella distribuzione di vini e distillati, ha archiviato lo scorso esercizio con un giro d’affari di 22,5 milioni di euro, in crescita del 13,5% rispetto al 2021.
Le bottiglie distribuite nel canale Horeca hanno raggiunto quota 1,6 milioni. “Dopo il calo del 2020, c’è stato subito un rimbalzo e il 2022 è andato ancora meglio del 2021, anno in cui erano già stati abbondantemente superati i volumi del 2019”, ha dichiarato il presidente Pietro Pellegrini. “Ritengo che dopo il Covid la situazione del comparto della distribuzione sia cambiata. Da una parte i clienti si rivolgono sempre di più alla distribuzione perché consapevoli dell’affidabilità e della cura nella scelta dei prodotti, dall’altra per un produttore medio-piccolo è fondamentale concentrarsi sul lavoro di vigna e cantina lasciando al distributore tutto ciò che comporta il marketing, la logistica, la gestione della rete vendita e i rapporti con il mercato”.
Per quanto riguarda il 2023, l’anno si apre con delle novità a livello di prodotto. A conclusione del primo trimestre, infatti, Pellegrini inserirà a catalogo quattro nuove aziende: Augusta Bargilli (Colli orientali del Friuli), Ruiz de Cardenas (Oltrepò pavese), Bodegas Felix Callejo (produttore spagnolo della Ribera del Duero) e Quinta de Gomariz (azienda portoghese del Vinho verde). E, nella seconda parte dell’anno, sono previsti ulteriori inserimenti ancora da definire.
E le novità riguarderanno anche gli Champagne. “In questo momento – aggiunge il presidente – abbiamo a catalogo otto produttori, con l’obiettivo di coprire tutte le principali zone di produzione, ma ne manca ancora una: la Montagne de Reims“. Nell’ultimo periodo la richiesta di Champagne è stata superiore all’offerta per due motivi, spiega il presidente. Il primo “riguarda la vendemmia 2020, quando sono state abbassate per legge le rese a ettaro dell’uva, e il secondo riguarda la vendemmia 2021 che ha avuto un calo naturale intorno al 50 per cento. Per fortuna l’ottima vendemmia 2022 ha riequilibrato le scorte, ma per tornare a volumi normali bisognerà aspettare i prossimi anni”.