“Possiamo affermare che la vitivinicoltura marchigiana è più forte di prima”. In un momento non facile, non solo per il vino, e in attesa di capire gli impatti della crisi internazionale sull’ultimo quarter del 2022, il presidente dell’Istituto Marchigiano Tutela (Imt) vini Michele Bernetti sceglie di vedere il bicchiere mezzo pieno.
“Siamo alla conclusione di un biennio che, malgrado le difficoltà della ripartenza post-pandemica, ha visto le nostre denominazioni ottenere risultati di vendita ed economici assolutamente positivi”, afferma Bernetti. “È cresciuto l’export, è aumentato il valore medio ed è migliorato il posizionamento dei nostri vini”.
I numeri confermano la lettura in positivo, dato che fino a settembre la domanda di vino marchigiano sui mercati internazionali è cresciuta e pure i consumi interni sono stati buoni. “I trend sono positivi soprattutto per i bianchi, mentre sui rossi c’è una maggiore instabilità della domanda”, osserva Bernetti. Se infatti le denominazioni del Verdicchio (Matelica soprattutto) e i bianchi in generale crescono ancora, realizzando nei primi 9 mesi del 2022 un +5% circa sul 2021, i rossi marchigiani nel loro complesso perdono il 10%, ma il dato non crea allarme.
Le preoccupazioni emergono invece nel Q4 del 2022 e soprattutto in prospettiva. “Già a settembre i dati ci mostrano un rallentamento nell’imbottigliato su scala regionale – osserva il direttore di IMT Alberto Mazzoni – e questo nonostante la domanda abbia tenuto ancora. Il problema è lo scenario critico che ogni giorno ci raccontano. Nell’incertezza legata alle tensioni geopolitiche, al rincaro folle di energia e materie prime, alla contrazione dei consumi le aziende vitivinicole hanno iniziato a fare meno magazzino. Anche per questo il 2022, che poteva esser brillante per il vino marchigiano, si chiuderà probabilmente con una tenuta sul 2021”.
In seno al superconsorzio Imt (472 aziende associate per 16 denominazioni) non c’è però scoramento, anzi. “Stiamo implementando progetti per catalizzare le risorse che le misure di rilancio ci stanno mettendo a disposizione, con obiettivi importanti”, riferisce il presidente Bernetti con riferimento a Pnrr e decreti governativi mirati sul comparto vitivinicolo. Il focus per Imt è su azioni mirate alla sostenibilità dalla vigna alla bottiglia, coinvolgendo tutti gli attori della filiera produttiva, per affrontare sfide economiche e legate al cambiamento climatico. “Non è un caso che la nostra regione abbia una incidenza del biologico in vigna che la colloca tra le prime in Italia”.
I piani di promozione del consorzio sono in particolare orientati allo sviluppo dell’export, con un focus sulla valorizzazione dell’enoturismo, “forse la grande novità di questi ultimi anni”, chiosa Bernetti. L’adozione di una legge regionale sull’enoturismo ha infatti dato slancio a questo segmento che – parola di Bernetti – “sarà uno dei grandi asset del futuro vitivinicolo marchigiano”.