È il bar Paradiso di Barcellona, di proprietà dell’italiano Giacomo Gianotti, ad aver conquistato il primo posto nella classifica The World’s 50 Best Bars 2022. Già l’anno scorso il locale aveva raggiunto il podio arrivando terzo. “Il fatto che questa sia la prima volta che incoroniamo un bar al di fuori di New York o Londra come The World’s Best Bar testimonia gli enormi risultati ottenuti da Giacomo, Margarita e dal loro team”, ha dichiarato Mark Sansom, CCO di The World’s 50 Best Bars.
Cresce, inoltre, il numero dei bar italiani in lista quest’anno, che diventano quattro contro i tre del 2021. Il Drink Kong di Roma continua a scalare la classifica salendo alla 16esima posizione, dopo la 19esima dell’anno scorso e la 45esima del 2020. Scende di qualche posto, invece, 1930, a Milano, che si riconferma però in elenco con la 35esima posizione. Spiccano poi le new entry in due diverse città italiane: Firenze e Napoli, che conquistano rispettivamente la 39esima e la 46esima posizione con Locale Firenze e l’Antiquario di Napoli.
I proprietari e gestori italiani, comunque, continuano a dominare la Top 10 con il Sips di Barcellona di Simone Caporale al terzo posto e Connaught Bar, guidato da Agostino Perrone, Giorgio Bargiani e Maura Millia, all’ottava posizione (aveva ottenuto la vittoria lo scorso anno).
Prendendo in considerazione anche la classifica estesa fino ai 100 bar migliori al mondo, novità annunciata la scorsa settimana, sono stati inseriti altri tre bar italiani: il Camparino in Galleria di Milano che occupa la 73esima posizione, dopo il 27esimo posto dello scorso anno, The Court di Roma a quota 77 e Freni e Frizioni alla 86esima posizione.
“Ci congratuliamo vivamente con tutti i bar presenti nella lista – continua Sansom – e siamo lieti di poter mostrare ancora una volta l’incredibile diversità del settore dei bar in tutto il mondo, dai grandi bar degli hotel agli speakeasy di quartiere. L’appetito dei consumatori per i cocktail bar di qualità continua a crescere e la possibilità di presentare 14 nuovi ingressi che contribuiscono a saziare questo appetito e a incoraggiare i viaggi non potrebbe renderci più felici”.