L’estrema imprevedibilità e volatilità dei mercati finanziari globali ha messo a dura prova gli investitori e l’incertezza sulle prospettive dell’economia globale causata dall’inflazione, che si mantiene sui valori più alti degli ultimi 30 anni, dall’impennata dei costi energetici, dai timori di recessione e dalla stretta imposta dalle banche centrali non sono rassicuranti e invitano alla cautela nelle scelte di investimento.
Il segmento del mercato secondario del fine wine, al contrario, ha continuato a rappresentare un’eccezione di stabilità e ha registrato performance di tutto rispetto, anche se nel secondo trimestre lo slancio è stato molto più contenuto come emerge dai valori dell’indice Liv-ex Fine Wine 1000, l’indicatore più ampio del mercato secondario, che ha evidenziato una crescita del 4% portando all’11,1% la performance nel primo semestre del 2022.
A fine luglio l’indice (Liv-ex Fine Wine 1000) ha poi proseguito in territorio positivo, chiudendo a 473,58 ma l’incremento (+0,4%) è stato il più basso registrato nel corso di questa prima parte dell’anno e gli esperti segnalano che si tratta del secondo mese consecutivo che l’indice è salito meno dell’1% per effetto di una maggior attenzione da parte degli investitori.
Per il futuro non sono esclusi mesi difficili ma il mercato secondario dei vini pregiati ha dimostrato di essere solido anche in funzione di una proposta diversificata a livello regionale. Inoltre va considerato la debolezza della sterlina rispetto al dollaro, il che significa che i prezzi dei vini pregiati stanno diventando più accessibili per gli acquirenti americani e asiatici.
L’istantanea della performance degli scambi, sempre a fine luglio, mostra che i principali protagonisti sono stati il Sassicaia e il Cristal che hanno beneficato di una domanda sostenuta.
In particolare il Sassicaia ha registrato un’impressionante performance di prezzo che consolida il trend degli ultimi tre anni ma va precisato che tutti i Super Tuscan dell’indice Liv-Ex Italy 100 (Sassicaia, Tignanello, Ornellaia, Solaia e Masseto) hanno sovraperformato l’indice del mercato italiano che dall’inizio dell’anno è salito del 5,5% e del 15,8% negli ultimi dodici mesi.
Tignanello e Sassicaia hanno registrato i guadagni più consistenti, con il primo che è salito del 17,4% dal luglio 2019 e il secondo del 16,1%.
L’annata più venduta di Sassicaia è stata quella del 2018, mentre per il Tignanello l’annata più scambiata per volume e valore quest’anno è stata la 2019 (seguita a ruota dalla 2018).
Ornellaia nonostante abbia registrato la crescita minore tra i cinque marchi (13,3%), la sua annata 2010 rimane il Super Tuscan con la migliore performance dell’anno, con un aumento del 23,6%. Per gli esperi il punto di forza dei Super Tuscan oltre alla potenza del marchio è l’ampia disponibilità e la relativa convenienza. Ad esempio, il prezzo medio per cassa (12×75) di uno di questi cinque Super Tuscan è di 2.686 sterline. In media, il Tignanello è il più economico (1.113 sterline) e il Masseto il più costoso (6.270 sterline).
Per contro, i Barolo presenti nell’indice Liv-Ex Italy 100 hanno un prezzo medio di 5.344 sterline, con il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno che costa in media 10.464 sterline.
Spostandoci verso altre regioni vinicole la Borgogna rimane in testa alle performance dei prezzi nel 2022. L’indice Liv-ex Burgundy 150 è cresciuto del 25,4% a fine luglio e del 49,6% nell’ultimo anno con un incremento medio del 122,8% in cinque anni.
Champagne rimane a luglio la regione più performante. Il Live-ex Champagne 50 nell’ultimo anno ha registrato una crescita del 51,3% e da inizio anno del 16% con le annate 2008 e 2014 più scambiate e il Cristal di Louis Roederer il marchio più liquido.