Complice il ritorno dei turisti e una rete di cuoche (e cuochi) unica nel suo genere, Cesarine punta a quadruplicare il proprio fatturato nel 2022. Il network che riunisce oltre 500 destinazioni in tutta Italia e 1.000 Cesarine (nome comune che veniva un tempo dato alle massaie emiliane), presso le cui case è possibile prenotare pranzi, cene, corsi di cucina, si prepara infatti a un anno effervescente. Dopo l’inevitabile rallentamento causato dalla pandemia, la piattaforma punta a raggiungere un giro d’affari nella forchetta tra i 3,5 e i 4 milioni di euro nell’anno, ovvero circa quattro volte i risultati del 2019.
“Dopo due anni molto complicati, dalla prima settimana di gennaio abbiamo ricominciato a lavorare in maniera lineare”, spiega a Pambianco Wine&Food il fondatore Davide Maggi. “E nel solo mese di giugno, che non è ancora alta stagione, abbiamo superato quota 550 mila euro, un risultato di quattro volte superiore il miglior mese pre-pandemia, ovvero settembre 2019 caratterizzato da 140mila euro di ricavi”.
Sono due i fattori che, secondo Maggi, sono alla base di questo expoit: il revenge tourism, grazie anche al ritorno degli americani che sono il primo target di Cesarine, e l’unicità di una piattaforma di food experience che vanta una copertura di tutta Italia.
La crescita è un obiettivo aziendale anche per i prossimi esercizi e gli step per perseguirla sono molteplici. Si parte con l’aumentare la capacity italiana, lavorare ancora di più con il target locale e puntare all’espansione estera, sia aprendo un servizio di Cesarine italiane in altri Paesi sia sviluppando una verticale di cucina in diverse località, per esempio Spagna e Francia. Non solo, lo scorso anno l’azienda ha progettato e lanciato una linea di prodotti a marchio Cesarine destinata all’Europa continentale che, entro fine anno, raggiungerà anche le destinazioni oltreoceano. La proposta prevede circa 50 referenze, numero destinato ad aumentare. I prodotti vengono venduti sulla piattaforma e-commerce del brand e in alcune botteghe, inoltre “stiamo per fare un accordo con un operatore medio-grande per iniziare la vendita sulla sua piattaforma online da settembre/ottobre”, anticipa Maggi.
Attualmente, come raccontato dal fondatore, il paniere Cesarine comprende per l’85% cesarine donne e l’età media è di 52 anni. I fruitori del servizio sono per l’80% stranieri, mentre il restante 20% è composto da italiani. I primi hanno uno scontrino medio più alto e scelgono di andare presso una cesarina a scopo educational. I secondi, invece, sono mossi dalla curiosità e, una volta provato il servizio, tendono a ripetere l’esperienza. Come anticipato, il servizio copre tutta Italia, con alcune destinazioni costantemente overbooking, come per esempio Venezia, Costiera Amalfitana, il Lago di Como, Firenze e in generale le città toscane, le Cinque Terre.
Lo scorso anno Cesarine ha deliberato un’operazione di aumento di capitale in modalità di convertendo per un importo massimo di tre milioni di euro, per la quale l’azienda è ancora aperta a nuove sottoscrizioni.